Maya Angelou (1928-2014), nome d’arte di Marguerite Ann Johnson, è stata una poetessa e scrittrice afroamericana. È celebre soprattutto per le sette autobiografie incentrate sulle sue esperienze di vita, che raccontano la storia, non semplice, di una ragazza madre nata a Saint Louis che a diciassette anni ha dovuto svolgere le mansioni più disparate (incluso la prostituta) e lottare contro gli stereotipi di razza e genere, senza aver paura di far sentire la sua voce.

Nelle sue poesie, Maya Angelou parla di forza di volontà, razzismo e identità. Per questo, non solo è stata ritenuta una portavoce delle donne afroamericane nel mondo, ma è stata insignita nel 2011, dal Presidente Obama, della Medaglia presidenziale per la Libertà. Inoltre, ha ricevuto decine di premi e più di cinquanta lauree honoris causa. Ha frequentato la Lafayette county training school di Stamps, nell’ Arkansas.

Questa esperienza l’ha introdotta nel mondo della cultura e letteratura facendole conoscere Shakespeare, Edgar Alan Poe, Dickens e i classici come Tacito, Saffo e artiste nere come Frances Harper e Anne Spencer. È stata poi insegnante in Ghana durante il periodo della decolonizzazione, coordinatrice per i diritti civili, compositrice, attrice, regista e produttrice di drammi teatrali e programmi televisivi.

Attiva nel movimento per i diritti civili, ha lavorato a fianco di Malcolm X, conosciuto in Ghana, e Martin Luther King. Nota soprattutto per le sue autobiografie, Angelou è anche una poetessa affermata. La sua poesia si riallaccia in modo originale alla tradizione orale afroamericana di oratori come Frederick Douglass, Martin Luther King, Jr. e Malcolm X.

La forza della sua poesia ha raggiunto l’attenzione generale durante l’insediamento del Presidente Clinton nel 1993, con la lettura della poesia, On the pulse of morning. Il messaggio della poesia è molto forte: continuare a nutrire la speranza anche se la realtà sembra portarci verso un’altra direzione.

In Italia sono usciti la raccolta di saggi Il semplice viaggio del cuore (Guanda, 1993, titolo originale Wouldn’t take nothing for my journey now) e, nel 1994 per Frassinelli, i primi due volumi autobiografici: Il canto del silenzio e Unitevi nel mio nome (pubblicati negli Stati Uniti nel 1974 con il titolo Gather together in my name).

 

Ho imparato che qualsiasi cosa accada,

o per quanto l’oggi sembri insopportabilmente brutto,

la vita va sempre avanti e il domani sarà migliore.

Ho imparato che si può capire molto di una persona dalla maniera in cui affronta queste tre cose: una giornata piovosa, la perdita del bagaglio, l’intrico delle luci dell’albero di Natale.

Ho imparato, indipendentemente dal rapporto che abbiamo coi nostri genitori, che ci mancheranno quando saranno usciti dalla nostra vita.

Ho imparato che il semplice sopravvivere è diverso da vivere.

Ho imparato che la vita qualche volta consente una seconda chance.

Ho imparato che non si può affrontare la vita con i guantoni da baseball su entrambe le mani:si ha sempre bisogno di gettare qualcosa dietro le spalle.

Ho imparato che ogni volta che prendo una decisione col cuore, generalmente faccio la scelta giusta.

Ho imparato che anche quando ho delle sofferenze non devo essere una sofferenza.

Ho imparato che ogni giorno si dovrebbe uscire ed avere contatti con qualcuno.

Le persone gradiscono molto un abbraccio, o anche semplicemente una pacca sulle spalle.

Ho imparato che ho ancora molto da imparare.

Ho imparato che le persone dimenticheranno quanto hai detto, dimenticheranno quanto hai fatto,

ma non dimenticheranno mai come le hai fatte sentire.

Maya Angelou muore a maggio del 2014. Oggi è unanimemente considerata un’importante esponente della difesa dei diritti civili e una rilevante portavoce della cultura afroamericana.

 

a cura di Maria Ludovica Piombino
Biblioteca africana Borghero