P. Martino Bonazzetti è da quasi un anno in missione in Angola. Numerosi gli impegni e altrettanto numerosi i progetti, ma grazie alla fede e al discernimento il cammino è sempre illuminato dallo Spirito.

È quasi un anno che sono qui ed è trascorso in fretta. Non so se perché dicono che quando gli anni passano, sembrano scorrere più velocemente o solo non c’è stato il tempo per annoiarsi. Non facciamo bilanci, rischiamo di essere perdenti perché c’è sempre qualcosa che magari era possibile fare, ma rendiamo sempre grazie.

In questi due mesi l’attività del martedì pomeriggio è la benedizione delle famiglie, con un catechista, andando nelle varie case per incontrare le famiglie. Ciò è di grande aiuto nel rendersi conto non solo della fede che anima queste famiglie, ma anche delle loro difficoltà.

Una delle tante case in lamiera

Pensando ai nostri stili di vita, anche se non bisogna fare paragoni, pensavo alle regole legate all’abitabilità: qui, quando ci sono un tetto e una porta la casa è abitabile… Controsoffitto, porte interne, tinteggiatura, certificato per gli impianti elettrici… sono tutti optional che aiutano a viverci meglio, ma l’importante è avere un tetto.

L’aspetto in particolare singolare è la categoria energetica. Credo che la lettera del coefficiente non sia ancora stata pensata per una delle prime case che ho visitato, tutta in lamiera (pareti porte e tetto) con molti spifferi, abitata da una signora.

Entrando una vampata di calore ci ha accolti. Poi ho pensato che durante la notte, la temperatura sarebbe stata diversa… poiché la lamiera come si scalda facilmente, altrettanto facilmente si raffredda…

Cercando di evitare gli scarti si pensa al riuso; è il caso di un vecchio frullatore che, con un po’ di fantasia, diventa la protezione contro il vento, affinché la candela resti accesa.

La signora non era a casa, ma stava rientrando dai campi, ed era felice di sapere che la stavamo aspettando.

Una volta entrata in casa, ci ha fatto aspettare qualche minuto, per poi ripresentarsi a noi con un vestito bello e pulito, tirato su in fretta sopra i vestiti del lavoro. Anche nelle piccole cose la dignità non si perde.

Stiamo iniziando i primi corsi nelle aule sistemate. Uno dei corsi è quello di pasticceria unita alla formazione per la cucina.

Con la signora addetta all’organizzazione di questi corsi si parlava del materiale da avere a disposizione per le varie attività.

Così, per far vedere che siamo efficienti, lei aveva pensato alla frusta elettrica e ad altre varie cosette, ma alla fine siamo riusciti a convincerla che dobbiamo fare con quello che la maggior parte delle persone potrà avere.

La messa nella cattedrale della comunità di san Francesco

Nel corso della messa nella cattedrale della comunità di san Francesco due pensieri mi hanno accompagnato. Il primo che quella assomigliava alla Porziuncola (la piccola chiesa all’interno della Basilica di Santa Maria degli Angeli, presso Assisi),… forse un po’ più libera perché non coperta da Santa Maria degli Angeli. Il secondo pensiero è questo: quello che ritieni possa essere uno scarto – come un vecchio frullatore – con un po’ di fantasia e di necessità diventa la protezione contro il vento, affinché la candela resti accesa.

La settimana scorsa è stata la prima volta per me di visitare la comunità di Anangola, un quartiere sperduto nella campagna dove si può arrivare solo durante la stagione secca. Pensavo di trovare la cappella e invece c’erano solo dei pali sui quali viene legato un telo di plastica per far da tetto. Un quartiere dove la maggior parte delle case hanno quella famosa categoria energetica da inventare. Parlando del più e del meno abbiamo abbozzato la possibilità di fare un tetto… ma con lamiere usate. Non bisogna indurre in tentazione di vederle camminare sulla testa di qualcuno.

In questi giorni ho trovato una frase in un testo di Giuliano Zanchi, prete di Bergamo:

«Il discernimento non serve a rendere più chiaro, più sopportabile e meno frustrante il presente che riguarda noi, ma per rendere possibile il futuro di chi viene dopo di noi. Orientare il discernimento verso decisioni concrete, anche quelle che richiedono il coraggio della discontinuità, serve a rendere possibile la fede anche domani, non a sistemare le cose di oggi». (Zanchi, Editoriale, Rivista del clero italiano 9/2024)

Ecco, chiedo sempre allo Spirito questo agire per rendere possibile il futuro che viene dopo e la fede di domani, anche se alcune volte di fronte alla fame e alla malattia serve sistemare le cose di oggi.

E termino con una perla preziosa, di De Mello:

Un uomo salì su un autobus e si trovò seduto vicino a un giovane, che sembrava una specie di hippy. Il giovane aveva una scarpa sola. L’uomo allora gli disse: “Evidentemente hai perso una scarpa”. E il giovane rispose: “No, signore, ne ho trovata una” ».

Buon cammino

P. Martino Bonazzetti

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F 143 – Sostegno attività formative nel quartiere Terreiro
nella zona della Parrocchia Sagrada Familia, in ANGOLA.

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