In questi giorni sto vivendo una realtà strana, ma che fa parte della vita.
Ma prima di questo è arrivato cacimbo. Non lo conoscete? Beh è una ventata di aria fresca! È il vento che soffia dal deserto, fresco e secco. Passato dalle sudate a quasi mettere il golfino al mattino è di un bello. E la gente di qui si copre con giacche a vento, berette e maglioni. Dovrebbe durare fino ad agosto… la sola cosa che non manca è la polvere, fine come il borotalco. Non posso darvi i valori di temperatura (reale o percepita) e umidità perché la sveglia che mi dava questi dati a deciso di smettere di funzionare. Ma, anche senza le statistiche si sta bene!
In questo clima da un lato stiamo finendo il secondo corso di informatica. Abbiamo finito il corso parlando di alcune funzioni di excell, la differenza tra transizione e animazione in power point… insomma i fedeli hanno la possibilità di utilizzare un po’ i programmi e approfondire con i video tutorial le possibilità e affinare la loro conoscenza.
Il lato opposto della medaglia è… andiamo con ordine.
Si sono sposati Ilaria e José, lui 80, anni lei 72 (quelli scritti sulle carte di identità, ma già conosciamo come spesso sono solo scritte). Abbiamo fatto tutti documenti e poi il matrimonio. Sono arrivati in comunità con una macchina particolare: mi chiedevo se i nastri che hanno messo erano di bellezza o per tenere insieme la carrozzeria. La cerimonia è sempre una festa, anche se qui la loro danza non era sprint come quella della coppia giovane.
Dopo il matrimonio, ecco la festa di tutta la comunità… e tutti a chiedere bacio bacio. Questo ormai è “normalità”. Il momento particolare è stato quello della firma sia dei documenti che del registro del matrimonio, perché non sanno fare la loro firma. Così abbiamo fatto ricorso alla famosa impronta digitale. Ma non avendo il tampone ci siamo arrangiati con un timbro di quelli che hanno la spugnetta incorporata. Per cui fagli mettere il dito sul tampone e poi sul registro.
Così ti trovi a passare da una funzione per calcoli di excell ad aiutare a mettere l’impronta digitale.
Questo ha aperto il discorso sulla scuola di alfabetizzazione. A detta di molte persone della comunità sono molti i ragazzini che non frequentano scuola. Le motivazioni sono tante, a volte anche molto semplici come la mancanza di soldi o la mancanza di una famiglia. Questo l’abbiamo percepito quando una madre ha chiesto per la figlia di 10-12 anni di accettarla nel corso di alfabetizzazione in parrocchia dove ci sono otto donne di varie età. Solo che questa ragazzina non ci veniva molto volontieri: stare da sola con un gruppo di persone adulte… fino a che si è aggiunta una seconda ragazzina (di nome branca, bianca!) e allora le due si sostengono a vicenda. La signora che tiene il corso le segue e così stanno imparando almeno a scrivere e leggere. Pazienza non useranno AI, l’intelligenza artificiale, useranno solo quella naturale.
Questa situazione esiste anche nella comunità che seguo in modo particolare. In questa comunità c’è un fabbricato che doveva servire come scuola. Ci sono solo i muri e ora è in mezzo all’erba. È in una zona lontana dalle scuole e molti ragazzi oltra ai soliti motivi, e per andare a scuola l’unico mezzo sono le gambe.
La comunità mi ha chiesto se è possibile completare le classi. Prima di dire sì ho chiesto loro di dirmi cosa poi pensano di fare in quelle aule, per non fare cattedrali nel deserto. Ci sono persone che hanno detto che si vogliono impegnare. Oltre tutto ora in quella comunità c’è una comunità di suore che hanno un dispensario, e una di loro dovrebbe impegnarsi nell’asilo (c’è già una piccola struttura) e ha detto di essere disponibile anche per questo servizio.
Ora il preventivo per il tetto, l’intonaco, le porte e le inferriate (sono le cose essenziali per iniziare, poi si vedrà per i banchi e le altre cose alle quali dovrebbe pensare la comunità) è di circa 7000 euro. Qualcosa c’è già. Qualcuno della lista che riceve questo messaggio mi aveva chiesto se avevo un progetto. Ho sempre risposto che stavo a guardare… ora ho visto…. potevo, dovevo, l’ho fatto… e il progetto necessita di un aiuto.
Cari saluti
P. Martino Bonazzetti