Anche se oggi l’attenzione è rivolta alla pandemia da COVID-19, la diffusione del virus dell’HIV è ancora preoccupante.
L’obiettivo fondamentale di questa giornata mondiale, istituita per la prima volta nel 1988, è la continua sensibilizzazione nei confronti di un’epidemia che ha raggiunto il picco nel 2004, ma che ancora nel 2019 contava ben 690.000 vittime per malattie opportunistiche legate all’AIDS nel mondo.
L’Africa è il continente più colpito dal virus. Nonostante solamente il 12% della popolazione mondiale viva in Africa, si stima che ben il 60% delle persone malate di AIDS viva nel continente.
La combinazione di HIV e tubercolosi è la maggior causa di morti tra gli infetti nei paesi subsahariani.
Ma questa combinazione di virus non è assolutamente limitata all’Africa: la tubercolosi è la malattia infettiva che uccide il maggior numero di donne in età riproduttiva nel mondo, e il maggior numero di persone affette da HIV o AIDS.
Sebbene la diffusione dei farmaci ha raggiunto altissimi livelli qualitativi quasi inimmaginabili solo fino a pochi anni fa – e lo stesso vale per la prevenzione – c’è sempre bisogno di mantenere alto il livello di attenzione.
La Giornata Mondiale contro l’AIDS serve proprio a questo: mantenere alta l’attenzione – tra i più giovani ma non solo – e puntare lo sguardo verso i problemi che riguardano la diffusione del virus nei paesi del Terzo Mondo, dove l’accesso alle cure è ancora più difficile.