Papa Francesco nell’Angelus di domenica 5 febbraio scorso, “di fronte al tragico protrarsi di situazioni di conflitto in diverse parti del mondo”, ha indetto una speciale Giornata di preghiera e digiuno per la pace, e ha chiesto di offrirla in particolare per le popolazioni della Repubblica Democratica del Congo e del Sud Sudan.
Nel nostro sito abbiamo già ricordato ai nostri lettori la guerra civile che sconvolge il Sud-Sudan, e la difficile situazione politica che attraversa il Congo, e che coinvolge anche la chiesa.
Il papa si è rivolto “anche ai fratelli e le sorelle non cattolici e non cristiani, che invito – ha detto – ad associarsi a questa iniziativa nelle modalità che riterranno più opportune.
Il papa, sempre nella stessa occasione, ha poi continuato: “Rivolgo un accorato appello perché anche noi ascoltiamo questo grido e, ciascuno nella propria coscienza, davanti a Dio, ci domandiamo: “Che cosa posso fare io per la pace?”. Sicuramente possiamo pregare; ma non solo: ognuno può dire concretamente “no” alla violenza per quanto dipende da lui o da lei. Perché le vittorie ottenute con la violenza sono false vittorie; mentre lavorare per la pace fa bene a tutti!”
Il Consiglio mondiale delle Chiese (WWC) ha annunciato, tramite il suo segretario generale, il pastore Olav Fykse Tveit, che parteciperà a questa Giornata di preghiera e digiuno.
Il pastore Tveit ha inviato una lettera alle Chiese membro del Wcc in cui ricorda che nel Congo, 4,3 milioni di persone sono sfollate e che quest’anno 13,1 milioni di persone avranno bisogno di assistenza umanitaria. Nel Sud Sudan, durante gli ultimi quattro anni di conflitto, 2 milioni di persone sono fuggite dalla nazione e circa 1,9 milioni di persone sono sfollate internamente, e quasi i due terzi della popolazione hanno bisogno di assistenza umanitaria.
I leader anglicani del Sud Sudan hanno voluto marcare la loro adesione alla Giornata indetta dal papa. Il primate, l’arcivescovo Peter Munde Yacoub, ha detto a nome di tutta la chiesa anglicana sud-sudanese: “La preghiera è molto importante perché è la nostra arma come cristiani. C’è bisogno di pregare per il Sud Sudan, specialmente in questo momento in cui i leader del Sud Sudan sono ad Addis Abeba per i colloqui di pace. Preghiamo affinché Dio Onnipotente possa trasformare i loro cuori e incoraggiarli ad abbondare i progetti di guerra per costruire la pace. Noi, sud sudanesi, siamo stanchi della guerra”.