Domenica 28 gennaio 2018 si celebra la 65a Giornata mondiale dei malati di lebbra. In tutto il mondo, ancora oggi, ogni 2 minuti una persona è colpita dalla lebbra. Secondo i dati diffusi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel 2015 oltre 200.000 persone, fra cui molti bambini, hanno contratto il morbo di Hansen. Tali dati, tuttavia, potrebbero essere molto sottostimati.
Nel 2016 l’OMS ha definito la Strategia Globale per la Lebbra 2016-2020: accelerare verso un mondo libero dalla lebbra, volta a rafforzare gli interventi di controllo della malattia e a prevenire le disabilità che può causare soprattutto fra i bambini che vivono nei paesi endemici.
P. Silvano Galli (SMA) è cappellano del lebbrosario di Kolowaré, nel centro del Togo. Tutti gli anni questa ricorrenza è celebrata solennemente, con la presenza di alte autorità dello Stato.
Ma p. Silvano ci ha appena scritto: “Quest’anno la festa sarà ridotta all’essenziale, visto il clima di insicurezza che viviamo. Siete certamente a conoscenza delle violente dimostrazioni di protesta delle settimane scorse. E altre se ne annunciano. Quindi niente inviti ufficiali, soprattutto niente presenza dei cittadini di Kolowaré emigrati altrove, che in questa occasione tornavano numerosi alla loro città. Non bisogna dimenticare che Kolowaré è a pochi km da Kparatao, villaggio d’origine di Tikpi Atchadam, il leader della Coalizione dei 14 partiti dell’opposizione.”
L’anno scorso la festa era stata molto solenne, come testimoniano queste foto che p. Silvano ha pubblicato nel suo sito.
Già alcuni giorni prima della festa, la cittadina di Kolowaré è animata con l’arrivo delle varie delegazioni, venute dalla capitale Lomé, dalla capitale del vicino Benin, Cotonou, dal capoluogo della regione, Sokodé, e dai vari villaggi della zona. Tutti si sono mobilitati per l’accoglienza. I mussulmani hanno organizzato una speciale preghiera alla vigilia, mentre i cattolici si sono riuniti la domenica stessa per una messa solenne, alla presenza degli ammalati. Ad ognuno di essi è stato confezionato un abito nuovo per dare un tono di festa alla celebrazione.
A metà mattinata comincia la parte ufficiale della festa, nel cuore del villaggio. Vari oratori si succedono: gli organizzatori, i medici, il prefetto. È un’occasione per sensibilizzare coloro hanno lasciato Kolowaré e ora lavorano altrove: devono preoccuparsi dello sviluppo del loro villaggio e prendere a cura le necessità dei lebbrosi e del lebbrosario, ora divenuto un rinomato ospedale. Alle 13 le autorità sono invitati al Centro Parrocchiale per il pranzo: couscous, con carne arrostita, bottigliette di acqua minerale, vino, bibite gasate. Per tutti gli altri il pranzo è servito al villaggio in un clima di gioia e di festa.
P. Silvano continua: “Oramai i lebbrosi sono pochi al lebbrosario, non più di una trentina di vecchi ammalati. Quando sono arrivato a Kolowaré nel 2004 ce n’erano ancora circa 150, nel 1958 erano 800. Domenica saranno tutti in chiesa in prima fila con il loro nuovo abito, ma non ci sarà nessuna celebrazione ufficiale come gli altri anni, e forse neppure la vacca in dono. Sr Etta Profumo, delle suore NSA, che lavora al lebbrosario-ospedale, ha previsto di donare un abito nuovo ai lebbrosi e di organizzare per loro un pranzo di festa. Gli altri anni erano gli abitanti del villaggio di Kolowaré che lo preparavano, per tutti: invitati, ammalati, visitatori. E c’erano due vacche, una per gli ammalati, l’altra per gli invitati. Ma quest’anno la festa sarà molto povera”.