L’8 dicembre del 1856, un vescovo missionario francese che aveva lavorato per 12 anni in India, mons. Melchior de Marion Brésillac, sale con sei compagni al santuario di Nostra Signora di Fourvière, sulla collina di Lione, per mettere sotto la protezione di Maria la SMA, la Società delle Missioni Africane, l’istituto missionario che la Santa Sede gli ha chiesto di fondare.

L’esperienza di missione iniziata in India

Mons. de Brésillac era stato missionario in India. Lì si era accorto che il suo istituto, le Missioni Estere di Parigi, non lavorava molto per avere un clero locale. Inoltre aveva incontrato altri problemi che gli ponevano delle questioni di coscienza.

Il primo è la questione delle caste: i missionari dovevano tenere le distanze da coloro che erano i fuori casta. Poi il problema degli usi malabarici: mons. de Brésillac pensava che alcuni usi condannati dalla Chiesa erano invece degli usi culturali che potevano benissimo adattarsi al cristianesimo.

Tutti questo turba de Brésillac. Ma finché è un semplice sacerdote, lui si rimette nelle mani del proprio vescovo e fa quello che il vescovo gli dice. Ecco che però, improvvisamente, viene nominato lui stesso vescovo, a 32 anni, con poca esperienza dell’India.

La formazione del clero locale

Lui crede molto nella formazione del clero locale. Ora deve dare lui le direttive ai suoi preti. Non può più rifarsi a un’autorità superiore: è lui stesso l’autorità. Ma in questa fase della sua vita aumentano i problemi di coscienza che lo tormentano, a tal punto che lo spingono a dare le dimissioni.

Ottiene nel 1854 la possibilità di recarsi a Roma per spiegare alla Congregazione di Propaganda Fide (la congregazione che si occupa delle missioni) e anche al papa, i problemi dell’evangelizzazione in India. Quando arriva a Roma chiede di essere sollevato da questo incarico. Finalmente le sue dimissioni vengono accettate.

Nasce l’idea di fondare un istituto per l’evangelizzazione dell’Africa

Egli è ancora giovane e pensa di poter rendere ancora servizio alle missioni, perché il fuoco che lo anima non è venuto meno. Così chiede alla Santa Sede di nominarlo in qualsiasi posto dell’Africa, in una regione che non ancora affidata a un altro vescovo.

De Marion Brésillac si dà da fare per cercare personale e fondi per il nascente Istituto. Accogliendo l’invito di un armatore di Marsiglia che commercia lungo la costa dell’Africa occidentale, propone alla Santa Sede di poter avere come campo di apostolato il Dahomey, l’attuale Bénin.

Ma a causa della situazione pericolosa quella regione (si facevano ancora molti sacrifici umani), gli viene invece affidato il Vicariato apostolico della Sierra Leone, comprendente gli attuali Stati di Liberia, Sierra Leone e parte della Guinea.

Il sacrificio di Freetown

Tra il novembre 1858 e marzo 1859 sei missionari partono per quel Vicariato. Purtroppo scoppia un’epidemia di febbre gialla e, nel giro di poche settimane, cinque confratelli, tra cui il fondatore, trovano la morte a Freetown. È il mese di giugno del 1859. Il Fondatore non ha ancora compiuto 46 anni.

L’avventura continua

Quando la notizia della morte del Fondatore e degli altri quattro missionari giunge in Francia, il cardinale di Lione pensa che la volontà di Dio si sia manifestata: l’Istituto è morto sul nascere.

Ma non la pensa così la piccola comunità SMA rimasta in città: p. Planque, braccio destro del Fondatore, e p. Francesco Borghero di Genova, insieme a 5 seminaristi.

P. Planque, forte dell’appoggio degli altri, si reca a Roma per riferire al Santo Padre che i membri rimasti sono pronti a raccogliere il testimone di coloro che sono morti. Ottenuto l’incoraggiamento del Papa, viene preparata un’altra spedizione di cui fanno parte p. Borghero, p. Edde, francese, e p. Francisco Fernandez, spagnolo

Il 18 aprile 1861 i padri Borghero e Fernandez raggiungono il vicariato del Dahomey, finalmente affidato alla SMA. Esso si estende dal fiume Volta in Ghana fino al fiume Niger in Nigeria.

Da lì inizia l’avventura del Vangelo in Africa occidentale, soprattutto dalla Liberia alla Nigeria. Questo sarà il campo d’evangelizzazione affidato alla SMA fino alla fine degli anni 60, 1960.

La SMA oggi

Oggi la SMA non lavora più solamente in Africa occidentale, ma annuncia il vangelo in 17 Paeisi africani. Attualmente l’istituto, composto da confratelli originari di quattro continenti, conta circa un migliaio di membri.

P. Renzo Mandirola

Guarda il video sulla storia della SMA, prodotto da p. Dario Dozio e Antonio Guadalupi