Nella regione di Wajir, al confine con la zona della Somalia dove è probabile sia stata tenuta prigioniera Silvia Romana, ecco lo sfogo di una vedova kenyana, Nurio Dubow: “Mio marito è stato assassinato dai terroristi somali di Al-Shabaab; mio cognato invece è stato abbattuto dalle forze di sicurezza kenyane. Noi civili siamo presi in mezzo fra questi due fuochi, senza aver commesso nessuna colpa, solo perché viviamo qui in questa che è la terra dei nostri padri”.
Il giornalista freelance Mohammed Yusuf scrive questa storia nel sito thenewhumanitarian.org, raccontando il dramma di una popolazione che si sente tradita da tutti.
Il marito di Nurio Dubow, di nome Ibrahim Abdi, alcuni mesi fa è stato reclutato da un commando dell’esercito kenyano che combatte Al-Shabaab sul confine somalo. Benché riluttante, ha dovuto fare da guida per i militari sulle piste battute dai terroristi in quella zona semi-desertica. Sono caduti tutti in un’imboscata, e lui è stato colpito a morte.
Ibrahim Abdi a quel tempo stava ancora interrogandosi sulla sorte di suo fratello, ritrovato cadavere in campagna. La versione ufficiale delle autorità era: ucciso dai terroristi. Ma lui aveva il forte sospetto che fosse invece una vendetta da parte dei militari kenyani, che lo accusavano, senza prove, di essere una spia di Al-Shabaab.
Storia e foto dal sito The New Humanitarian