Il martedì 20 ottobre scorso, si è celebrato ad Arenzano, suo paese natale, il funerale di  Mons. Agostino Delfino, vescovo emerito di Berberati (Repubblica Centrafricana) deceduto il 17 novembre nel convento dei Cappuccini di Savona dove si era ritirato rientrando dall’Africa  nel 2010.

Nell’omelia, il confratello p. Vallarino, suo collaboratore per 20 anni in missione, ne ha rivocato lo spirito fraterno e positivo che lo animava e anche il fervore e la dedizione con cui ha servito la missione in Centrafrica, ove era partito pochi mesi dopo l’ordinazione sacerdotale del 1959.

Nella Missione di Bouar si è dedicato all’evangelizzazione, formando catechisti e animando le giovani comunità cristiane della campagna, impegnandosi nella costruzione di cappelle nei villaggi, ma anche in opere di sviluppo nell’educazione, nella sanità, nello scavo di pozzi.

Divenuto vescovo di Berberati nel 1991 con il motto “ La carità innanzi tutto” si dedicò alla formazione del clero (ebbe la gioia di ordinare 23 sacerdoti locali) ed alla pastorale, aperto  alla collaborazione con nuove realtà come i Focolari, ed anche con le altre chiese cristiane.

Suo successore a Berberati è il vescovo SMA Mons. Dennis Abgenyadzi che nella Messa esequiale nella cattedrale di Berberati, davanti alle massime autorità del Paese, ha rievocato la grande fraternità espressa da Mons. Delfino nella formazione  e nell’accompagnamento del clero di cui egli stesso, giovane missionario fra le comunità dei  Pigmei, fu beneficiario negli anni ’90.

Alla domanda di p. Dennis che gli chiedeva quali sono gli anni più difficili della vita di un missionario rispondeva: “i primi 40 anni !

Ha definito il suo predecessore “un pastore semplice, gioviale e assiduo, pronto all’ascolto ed al servizio, cercando di vivere la gioia del vangelo con i suoi sacerdoti e fedeli, ma anche con le altre confessioni cristiane. Ha dato la sua vita per il prossimo, spendendola nell’attenzione agli altri, condividendone le gioie e le sofferenze, i successi e le difficoltà, vera “sorgente di vita nuova”.

Mons. Delfino invitava i suoi preti ad avere sempre uno spirito positivo, animato da fiducia e speranza anche nelle difficoltà, anche di fronte alla prospettiva della morte, certo di poter dire in quel momento: “Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede” .

P. Lorenzo Rapetti