Felice Rizzi, co-fondatore e animatore per tantissimi anni dell’Associazione Novara Center, che aiuta i missionari a scavare pozzi in Africa e in Asia, si è spento all’età di 88 anni. La SMA perde un amico davvero eccezionale. Lo ricorda il suo conterraneo p. Silvano Galli.

“Ecco un bicchiere d’acqua da parte del Novara Center”, era la frase con cui ci salutava quando passavamo a trovarlo nel suo ufficio al pian terreno del vescovado di Novara. Questo gesto lo faceva con tutti, e ci metteva in mano 200 o 300 euro. E questo al di là dell’importo legato ai progetti che presentavamo.

E di bicchieri d’acqua ne ha dati tanti, a missionari e missionarie di tutti i continenti.

Quando era possibile, si recava sui luoghi che chiedevano l’intervento del Novara Center. Due esempi: è andato diverse volte in Mali da suor Myriam Bovino, e poi da me in Costa d’Avorio, nel periodo in cui operavo alla MACA, il carcere di Abidjan.

Il Novara Center ha aiutato a nutrire la popolazione carceraria finanziando la creazione di grandi orti all’interno del carcere. Federico è entrato con me in carcere e ha visitato le coltivazioni che i prigionieri stessi curavano. È poi andato anche a vedere le piantagioni a San Pedro con padre Secondo Cantino.

Il Novara Center era nato nel 1960, come espressione della Chiesa di Novara, per la raccolta di fondi per la costruzione del Novara Center Technical School in Bangladesh in collaborazione con il PIME. Ideatore e primo presidente era stato don Ercole Scolari, poi nel 1966 assume la presidenza il rag. Mariano Viasco, nel 1979 sarà il geom. Franco Restelli che diventerà presidente. Nel febbraio del 1976 una delegazione ufficiale si è recata in Bangladesh per l’inaugurazione della scuola.

Rizzi ricevuto al Quirinale dal Presidente Scalfaro

Terminato l’impegno con la scuola in Bangladesh nel 1976, il Novara Center ha continuato con numerose altre iniziative a favore del terzo mondo. Ne ricordiamo una in particolare: “l’operazione Uganda” che ha mobilitato tutta la diocesi, nella raccolta di cibo e specialmente di riso. “L’operazione Uganda” ha fatto onore alla diocesi.

Fino al 1985 le iniziative sono state sostenute dalla diocesi. Poi il Novara Center è diventato una associazione laica. Il 28 maggio 1985 la stesura del rogito notarile per dare inizio al nuovo ciclo del Comitato Novarese contro la fame del mondo. Presidente: il rag. Federico Rizzi. E vice-presidente: Silvana Bortoliero.

Da allora il Novara Center è diventato il centro dei suoi interessi, la sua famiglia, la sua vita. Quell’ufficio era diventata la sua dimora. Arrivava al mattino e ci trascorreva tutta la giornata, solo o con alcuni collaboratori.

La sua non era solo una presenza di parata. Cercava tutti i mezzi per raccogliere fondi per il Novara Center. Un canale importante erano le Giornate Missionarie. Anche al Novara Center era attribuito un vicariato ogni anno, ed era lui stesso che andava a predicare nelle varie chiese. I suoi collaboratori distribuivano buste e pubblicazioni, ma era lui che predicava ad ogni Messa. E questo per trent’anni: dal 1985 al 2015.

Era sempre stato molto legato alla SMA con vincoli di amicizia molto solidi. Una ventina i progetti finanziati dal Novara Center per i padri della SMA in Costa d’Avorio solo dal 1985 al 1995, per un totale di 133 milioni di lire.

Quando ha capito che la salute non gli permetteva più l’impegno di sempre, si è ritirato nella Casa della Divina Provvidenza. Al momento di ritirarsi ancora un pensiero per i padri della SMA di Genova: ha offerto loro la sua Toyota Yaris.

È mancato il 17 novembre 2020.

Il Vicario Generale della diocesi di Novara ha inviato una nota a nome del Vescovo nella quale si dice:

“Con lui scompare una delle più significative figure laicali novaresi del post-concilio. Ha vissuto prendendo sul serio le parole del Vangelo: ‘ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere’ (Mt 25), vivendo fino in fondo da laico la sua vocazione battesimale.

Sono migliaia le persone in Africa, America Latina e Asia alle quali ha saputo cambiare la vita, grazie ai progetti avviati e sostenuti dal Novara Center, associazione che ha contribuito a fondare e che ha guidato per vari decenni.

Accanto a questa testimonianza evangelica semplice e sincera, ha avuto una capacità fuori dal comune di coinvolgere e appassionare all’attenzione e alla cura degli ultimi tante persone, anche lontane dalla Chiesa, raccontando con la sua vita la profonda convinzione di essere “fratelli tutti”.

P. Silvano Galli