Penso che l’anno del Covid sia stato qui da noi in Angola più o meno come in Italia: la sorpresa e la paura all’inizio, e poi le chiusure obbligatorie a volte dure e crudeli.

La differenza è che nelle nostre periferie povere vive la maggioranza dei circa 7 milioni di Luanda. Le persone e le famiglie già provate da lunghe crisi economiche e dagli effetti della corruzione, con impiego poco sicuro, salario di fame, poca o nessuna protezione sociale sopravvive del piccolo commercio al mercato, senza sapere se domani avranno qualcosa, e sperando che malaria, tifo, tubercolosi, tumori, infezioni varie e stregonerie non vengano a complicar loro di più una vita già grama.

Se non si muore di covid (qui relativamente fiacco, almeno nei bollettini ufficiali…), si muore di più delle conseguenze economiche, famigliari, sociali.

In un Paese “democratico”, abituato al pugno duro e esagerato delle forze dell’ordine, il diritto alla manifestazione è sancito dalla Costituzione: ma non provare a manifestare! Da qualche mese però si vedono cose mai viste prima: i giovani, che non ne possono più, ed escono per strada a protestare.

Alla fine di novembre alcuni giovani sono persino saliti sul grande monumento dedicato al “Padre dell’Indipendenza”, Agostinho Neto. Doppia lettura: i governanti e loro accoliti a gridare allo scandalo, alla mancanza di rispetto da parte di questa gioventù! Ma altri (e sono la maggioranza) interpretano dicendo che i giovani senza futuro sono andati da Neto, l’eroe nazionale, per dirgli e mostrargli come hanno ridotto il Paese il potere e la rapina.

Nonostante le polemiche e alcuni giovani finiti in prigione, la cosa non è stata inutile: il Presidente João Lourenço ha incontrato i rappresentanti dei giovani. Vedremo cosa ne uscirà.

Dal giorno di Natale a domenica 3 di gennaio abbiamo avuto possibilità di celebrare la messa, sempre con prudenza: distanza, maschera, disinfezione di mani, piedi e luogo per sedersi. Da qualche mese celebriamo nel cortile, così c’è più spazio, è più sano e inoltre lì è più facile osservare le distanze .

Gesù quest’anno è dovuto nascere alle 16.30, perché anche qui ci sono gli amici di Erode: dopo la Messa alcuni poliziotti amici hanno accompagnato gruppi di fedeli nei quartieri più “caldi” e senza luce: non si sa mai! Non sarebbe la prima volta.

La sera di Capodanno – la veglia notturna è proibita – alla Messa celebrata sempre alle 16.30 abbiamo distribuito alle famiglie (più di 300) una preghiera da recitare tutti insieme in casa: i genitori hanno pregato e imposto le mani su figli e figlie e nipoti, con la formula adattata dal libro dei Numeri 6,24.

Il 3 gennaio, Epifania del Signore, grande numero di fedeli e “infedeli”, ma tutti benvenuti, per la presentazione al Signore dei bimbi nati nel 2020. Ero stupito del numero (c’erano certamente dei figli illegittimi…), ma tutti amati da quel Dio che si è fatto carne fragile come la nostra, così fragile da essere messa alla prova da un virus piccolissimo.

In tutto il mese di Dicembre, come si dice, “mi sono cavato la voglia” di Confessioni; quanta gente ha voluto riannodare una relazione di amore col Padre, Figlio e Spirito! Per forza, erano in astinenza!

Oggi, 6 gennaio, abbiamo ripreso l’attività della Commissione Giustizia e Pace per registrare all’anagrafe tante persone che non hanno documenti. Ciò collaborazione con l’autorità provinciale. Un documento di identità è prezioso, perché senza di esso tu non esisti per lo stato e la società.

È un servizio per la nostra gente, di cui voi forse, non capite tutto il valore. Immaginate solo che voi non esistite nell’anagrafe, non avete la Carta d’identità, il Codice Fiscale, ecc. Cosa potete fare se l’Amministrazione vi complica la vita e voi non sapete come uscirne? Questa situazione si è creata a causa della lunga guerra civile, ma anche, diciamo la verità, anche per l’ignoranza e la pigrizia di tanti contadini emigrati in città dalla campagna. Costoro hanno continuato a vivere come nel loro villaggio, dove non avevano bisogno di Carta di identità: perché tutti conoscevano tutti.

Fino al 22 dicembre, ne sono stato registrati circa 7.700. Voi non vi rendete conto del lavoro che fanno i nostri giovani della Commissione Giustizia e Pace! E ciò chiedendo solo un prezzo simbolico di 250 kwanza (circa 2 euro).

Questa mattina il servizio avrebbe dovuto riprendere, ma è mancato il funzionario del governo locale, che ha prolungato il “ponte” – tutto il mondo è paese. Le cose si sono messe in moto solo nel pomeriggio: la gente è paziente.

È un gran bel servizio che la Chiesa cattolica sta offrendo alla popolazione di questo quartiere.

A tutti voi un sincero augurio per 2021 nel Signore, e restiamo uniti nella preghiera; non sarà un anno facile, ma “O Senhor é o meu Pastor, nada me falta” (Il Signore è il mio pastore, nulla mi manca).

Vostro P. Renzo Adorni, missionario SMA
Kikolo, Angola