Sony Labou Tansi, pseudonimo di Marcel Ntsoni (Kinshasa 1947- Foufoudou 1995) è stato  un importante scrittore, drammaturgo e poeta della Repubblica Democratica del Congo. Morto a soli 48 anni, rimane uno dagli scrittori più incisivi dell’Africa sub sahariana.

Scrittore fortemente anti-coloniale, in tutte le sue opere denuncia la corruzione della classe dirigente e delle forze dell’ordine congolesi (subentrate di fatto ai Belgi nell’esercizio/abuso del potere). Le trame dei suoi romanzi, raccontano le lotte dei movimenti di resistenza, le insubordinazioni e la posizione delle classi meno abbienti.

Il suo lavoro è noto soprattutto per la vena ironica e satirica e per l’impegno politico.

Tansi si è occupato di teatro e di tradizione orale, scrivendo di temi universali, come l’amore, la vita e la morte.

Primo di sette figli, impara il francese a scuola, in famiglia parlava il kikongo, e all’età di dodici anni completa gli studi all’École Normale Supérieure d’Afrique Centrale a Brazzaville, studiando letteratura. Nel 1971 inizia ad insegnare inglese e francese a Kindauba e nello steso anno comincia a scrivere per il teatro, adottando lo pseudonimo di Sony Labou Tansi. Nel 1979 fonda il Rocardo Zulu Theatre e pubblica il suo primo racconto, La vie et demie. Da questo momento comincia la sua ascesa.

Le sue opere sono state rappresentate a Parigi, Dakar e New York.

Nel suo paese, al contrario, è stato sempre osteggiato per le sue posizioni ideologiche.

Diventato membro attivo del Mouvement congolais puor le développement de la démocratie intégrale, movimento che si opponeva al partito unico congolese, nel 1992 viene eletto deputato, e in seguito alle sue attività politiche, il suo passaporto ritirato.

Nel frattempo scopre di essere sieropositivo ma non potendo curarsi all’estero cerca di sopravvivere attraverso le cure della medicina tradizionale.

Si spegne nel 1995, insieme alla moglie, anche lei sieropositiva.

Tansi ha vinto numerosi premi e riconoscimenti, tra cui il Grand Prix Littéraire de l’Afrique Noire, la Palme de la francophonie e l’Ibsen foudation prize.

La sua scrittura non è facile, è onirica, polifonica e spesso fantastica.

In italiano sono stati tradotti soltanto alcuni dei suoi romanzi:

  • Le sette solitudini di Lorsa Lopez, 1986, Einaudi
  • La vita e mezza, 1990, Edizioni Lavoro
  • Il quarto lato del triangolo (edizione bilingue), 1997, La rosa edizioni
  • Nemico del popolo, 2003, Epochè
  • Turpe stato, 2007, Le nuove muse

In una intervista, racconta dello svelamento dell’Occidente in questi termini:

“Per anni ho immaginato la Senna, dopo averne a lungo letto nei libri come del ‘grande fiume’, mentre il Congo era ‘il Fiume’. Quando a Parigi un amico mi portò a vedere quel fiume così celebrato non volevo credergli, perché per me l’immagine di paragone era il Congo le cui rive davanti a casa mia a Brazzaville distano 25 chilometri”.

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A cura di Ludovica Piombino, Biblioteca Africana Borghero

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