Teju Cole, è nato nel 1975 a Kalamazoo, in Michigan, da padre nigeriano e madre europea e fino all’età di diciassette anni è cresciuto in Nigeria, a Lagos.

Poi ha scelto di vivere negli Stati Uniti, con base a Brooklyn. Scrittore e fotografo, ha studiato a Londra Arte africana, e attualmente insegna Scrittura creativa all’Università di Harvard negli Stati Uniti.

Con il suo romanzo Open city (Città aperta, Einaudi, 2012) ha vinto numerosi premi, tra i quali il Pen Hemingway award.

Julius, il protagonista, ha molto in comune con l’autore, un narratore nigeriano-tedesco, che peregrinando incontra persone, luoghi ed epoche differenti.

Teju Cole è autore di diverse raccolte di racconti brevi e di un libro di fotografia, Blind spot, in italiano Punto d’Ombra, edito da Contrasto nel 2016 .

Salam Rushdie ha descritto Cole come uno dei più promettenti autori della sua generazione. È l’esempio delle nuove generazioni di scrittori di origine africana che scelgono di vivere in Occidente ma che continuano ad avere un legame fortissimo con l’Africa, con la sua Storia e Cultura, spesso vissuto in modo contraddittorio e ambivalente.

Si pensi a Chimananda Ngozi Adichie (Americanah, Einaudi, 2014) o a Noo Saro-Wiva (In cerca di Transwonderland. Il mio viaggio in Nigeria, 66thand2nd, 2015). Entrambe scrittrici nigeriane, come Taju Cole.

Punto d’ombra è il primo libro che mette insieme immagini e testi di Teju Cole, qui scrittore, fotografo e critico fotografico per il New York Times Magazine: una serie di scatti e parole che, come le pagine di un diario visivo, seguono e testimoniano i suoi diversi viaggi e peregrinazioni per il mondo.

La prosa di Cole è elegante e scorrevole, una sorta di partitura musicale, e i richiami alla musica sono molti.

Ogni giorno è per il ladro, scritto nel 2007 (Einaudi, 2014), è il racconto in prima persona dell’ alter ego letterario di Città aperta. Un giovane nigeriano torna a casa dopo quindici anni vissuti a New York. Ma Lagos è una città immensa, pullulante di storie e di vita, un’allucinazione febbrile che si sottrae allo sguardo.

Ogni giorno è per il ladro è il diario di un ritorno impossibile in cui nostalgia, amore e rabbia indicano il sentiero di una peregrinazione affascinante e inquieta. Un ritorno ad un passato che non è poi passato, alla pacificazione con il padre e allo spegnersi di un risentimento mai elaborato per la madre.

Il testo è accompagnato da diciannove fotografie in bianco e nero dell’autore. Diciannove immagini che fanno da controcanto ai capitoli, come una storia parallela, diversa e pure puntata nella stessa direzione. A mano a mano che il narratore ritrova i ritmi e le abitudini della Nigeria, da solo o in compagnia dei parenti presso cui è ospite, si accorge che la sopraffazione, la violenza, l’incuria sono impastate nella vita quotidiana del paese, dove la presenza del petrolio ha favorito grandi disparità.

A lui, abituato – dopo anni di vita negli Stati Uniti – a un altro genere di contatto sociale, non resta che prenderne atto, con malinconia, con rabbia, con esultanza quando si trova di fronte a qualche indizio di cambiamento: un’ignota lettrice intravista sull’autobus, un negozio di libri e musica che, a differenza degli altri, non vende copie-pirata, un conservatorio gestito in modo efficiente.

I libri qui citati, e altri libri in lingua originale o in traduzione italiana di scrittrici e scrittori africani, li puoi trovare nella nostra Biblioteca Africana Borghero, ed avere in prestito con lo scambio inter-bibliotecario, rivolgendoti alla tua Biblioteca abituale.

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A cura di Ludovica Piombino, Biblioteca Africana Borghero

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