Appello della società civile e delle confessioni religiose africane, riunite nella piattaforma “La nostra terra è la nostra vita”, affinché nella conferenza sul clima di Glasgow, Cop26, siano tenute in considerazione le esigenze del continente africano, per una più stretta connessione tra giustizia ecologica e giustizia sociale.
- Esortiamo l’Unione Africana e l’Unione Europea ad impegnarsi sinceramente con la società civile africana e le comunità di fede per garantire una significativa partecipazione delle comunità alle decisioni in campo ambientale e alla costruzione di un parrtenariato Africa-Europa.
La governance della terra è una questione chiave. L’impunità con cui le multinazionale occidentali in combutta con le élite locali si stanno accaparrando la terra e le risorse naturali dell’Africa e il danno che stanno facendo al nostro ambiente, al suolo, alla terra e all’acqua, alla biodiversità, alla nutrizione e alla salute, è una grande preoccupazione.
- Chiediamo la fine del finanziamento di progetti di acquisizione di terreni su larga scala, di operazioni di agri-business aziendale e di investimenti speculativi da parte delle banche pubbliche di sviluppo.
Il land grabbing costringe le persone a lasciare la loro terra, accelerando i rischi ambientali, alimentando i conflitti e causando spostamenti di popolazioni in cerca di cibo e mezzi di sussistenza. Le donne sono spesso le prime a soffrire.
- Chiediamo ai ministri riuniti al Cop26 di lavorare per accordi che assicurino un uso sostenibile della terra per le centinaia di milioni di africani che dipendono da essa, specialmente le donne.
La sicurezza riguarda anche il fatto che le famiglie possano mangiare a sazietà e assicurare il futuro dei nostri figli. I nostri giovani rischierebbero davvero la loro vita attraversando l’Europa se potessero guadagnarsi da vivere decentemente a casa loro?
- Chiediamo ai partecipanti a Cop26 di riconoscere la necessità di un cambiamento radicale nell’agricoltura e nella produzione alimentare, rispettosa dell’ambiente.
Gli approcci della Rivoluzione Verde all’agricoltura, basati su tecnologie importate e input di fertilizzanti e pesticidi ad alta intensità di capitale, non sono riusciti ad aumentare la produttività e a ridurre la fame e la povertà, mentre degradano i nostri suoli, abbattono le nostre foreste e sprecano miliardi di dollari del settore pubblico.
- Chiediamo ai governi di mettere l’agroecologia sul tavolo della politica e riconoscere il suo successo nella produzione di cibo a basso input, con un enorme potenziale per creare posti di lavoro per i giovani, fornire diete sane e arginare l’inquinamento da prodotti chimici.
La crisi climatica sta già presentando grandi sfide, anche se l’Africa ha contribuito così poco al problema. Abbiamo bisogno di un sostegno urgente per permettere ai nostri produttori alimentari di adattarsi a queste sfide. Il Covid-19 ha mostrato la fragilità delle catene di approvvigionamento del sistema alimentare globale. La fame è aumentata, mentre i dati sui vaccini mostrano come l’Africa non possa contare su altri nei momenti di bisogno.
La piattaforma “La nostra terra è la nostra vita” è ispirata da un proverbio etiope: “Quando i ragni uniscono le loro ragnatele, legano un leone”.
Di essa fanno parte:
- Alliance pour la souveraineté alimentaire en Afrique (AFSA)
- Symposium des Conférences Episcopales Catholiques d’Afrique et de Madagascar (SCEAM)
- Convergence Globale des luttes pour la terre et l’eau en Afrique de l’ouest (CGLTE)
- Assemblée des femmes rurales (RWA)
- Réseau Foi et Justice Afrique Europe (AEFJN)
- Justiça Ambiental JA! – Les Amis de la Terre Mozambique
- Institut Panafricain pour la Citoyenneté, les Consommateurs et le Développement (CICODEV)