Ognuno di noi ha avuto e ha sogni nel cassetto. I sogni, i progetti che ci stanno a cuore e che magari non riusciamo a realizzare completamente nell’oggi sono quelli verso cui camminiamo, che ci aiutano a impostare il nostro tempo, a raggruppare le nostre energie, a orientare i nostri giorni. Come cristiani poi siamo impegnati a dare corpo a un altro sogno, quello di Dio che pensa all’umanità come a una sola famiglia.

Sappiamo però che “nel mondo attuale i sentimenti di appartenenza a una medesima umanità si indeboliscono, mentre il sogno di costruire insieme la giustizia e la pace sembra un’utopia di altri tempi. Vediamo come domina un’indifferenza di comodo, fredda e globalizzata, figlia di una profonda disillusione che si cela dietro l’inganno di una illusione: credere che possiamo essere onnipotenti e dimenticare che siamo tutti sulla stessa barca” (Papa Francesco, Fratelli Tutti, n° 30).

Ma questo non può e non deve rinchiudere i sogni nel cassetto. È meglio per noi imitare l’esempio rappresentato plasticamente nella cultura akan del Ghana dal simbolo Sankofa, l’uccello che si volta indietro per prendere il cibo che gli permette di andare avanti.

Quando l’Europa è uscita dalla tragedia della seconda guerra mondiale, che ha visto morire 60 milioni di persone, chi avrebbe mai pensato al sorgere dell’Unione Europea? Eppure proprio su quelle macerie è germogliata questa realtà, grazie all’opera di tre cristiani (De Gasperi, Schuman e Adenauer) che hanno messo in comune il loro sogno: un’Europa di pace e di progresso.

Ecco perché, ricorda ancora papa Francesco: ogni generazione deve far proprie le lotte e le conquiste delle generazioni precedenti e condurle a mete ancora più alte. Il bene, come anche l’amore, la giustizia e la solidarietà, non si raggiungono una volta per sempre; vanno conquistati ogni giorno. Non è possibile accontentarsi di quello che si è già ottenuto nel passato e fermarsi, e goderlo come se tale situazione ci facesse ignorare che molti nostri fratelli soffrono ancora situazioni di ingiustizia che ci interpellano tutti” (FT, n° 11).

È importante essere certi di quanto diceva mons. Helder Camara: “quando si sogna da soli, è solo un sogno, quando si sogna insieme, è l’inizio della realtà”.

Sogniamo allora come un’unica umanità, come viandanti fatti della stessa carne umana, come figli di questa stessa terra che ospita tutti noi, ciascuno con la ricchezza della sua fede o delle sue convinzioni, ciascuno con la propria voce, tutti fratelli!” (FT, n° 8)

Suor Giuliana Bolzan e padre Renzo Mandirola