Se qualcuno vuol conoscere le molte domande di un uomo estremamente timido e succube di un amore materno possessivo, legga i sogni e i progetti impossibili che si scontrano davanti ad un muro invalicabile, quali sono presentati nel romanzo Chimères di Naguib Mahfouz, titolo originale arabo Al-Sarâb, scritto nel 1948 e tradotto in francese nel 1992.

Naguib Mahfouz (1911-2006), egiziano di religione copta, premio Nobel per la Letteratura nel 1988, è considerato tra i maggiori autori del romanzo arabo moderno. Benché ambientati al Cairo, i suoi romanzi hanno una risonanza universale.

L’ambiente di vita creato dal romanzo Chimères, dove la religione musulmana impone norme che sembrano superate da abitudini ormai presenti anche in Egitto, che nel 1948 si trovava ancora sotto l’influenza inglese, ci rivela che l’animo umano non si arrende mai di fronte alle tante suggestioni del piacere, alla ricerca di quella felicità e pace interiori che purtroppo sono sempre lontane.

Gli avvenimenti tristi, che punteggiano l’esistenza del protagonista, sono altrettante prove insuperabili, e diventano catastrofici a causa della dipendenza vicina e lontana di una madre onnipresente che ha decretato per sempre la maniera di vivere di un figlio, considerato incapace fin dalla nascita.

Sembra che niente possa trovarsi nella normalità di una persona che cerca l’amore ma non sa in quale forma testimoniarlo, neppure nel matrimonio che diventa un incubo, anche se l’amata ha tutte le qualità per attrarre e rendere gioiosa e feconda quella scelta.

Alla fine, sono la violenza e la follia a vincere, ma con la finestra aperta nell’incontro con un’altra donna amata e libera che riconosce la sofferenza e interviene in segno di affetto sanante.

P. Vito Girotto

Naguib Mahfouz Denoël,‎ Chimères, Edizioni Denoël, Parigi, 1992, 368 pagine

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