Una vita singolare quella dell’ivoriano Bertin Doué Bassiba: da soldato e combattente per la Francia nella Seconda Guerra Mondiale a prete della diocesi di Man. È tornato alla casa del Padre lo scorso 7 gennaio, nel suo villaggio natale di Diahouin, nell’ovest della Costa d’Avorio, all’età di quasi 100 anni.
Appartenente al grande gruppo etnico Wê, che si estende anche oltre frontiera, in Liberia, e famoso per le sue maschere, nacque nel 1926 nell’ovest della Costa d’Avoiro, o forse nel 1922, come annunciato nei manifesti funebri.
Ciò che è certo è che proveniva da un ambiente estremamente modesto. Come molti giovani della sua età all’epoca, avendo ricevuto un’istruzione scolastica molto limitata, non aveva altra scelta che arruolarsi nell’esercito coloniale francese.
Coscienzioso e diligente, ha però scalato i ranghi militari, fino a raggiungere il grado di sergente. Ha vissuto il dramma delle guerre coloniali, e poi la seconda guerra mondiale. Inviato con il suo reggimento in Indocina, il destino delle armi lo portò purtroppo dalla parte dei perdenti. Cosa ha sopportato in questi momenti dolorosi!
La sua pazienza è stata premiata
È tuttavia nel caos infernale della guerra, mentre sperimenta le miserie umane, che Bertin Doué troverà il tesoro che d’ora in poi illuminerà la sua vita. Si convertì alla fede cattolica, che gli permise di sopportare tutto, di sostenere i suoi compagni e di perdonare coloro che lo avevano fatto soffrire.
Tornato infine nel suo paese, che presto sarebbe diventato indipendente, era impaziente di vivere la sua fede con più coerenza, e poi sentiva impellente il desiderio di diventare sacerdote. Ma quale speranza poteva esserci per lui, considerato poco istruito e già avanti negli anni? Fortunatamente, la sua pazienza e la sua determinazione finiranno per trionfare sugli ostacoli.
Con il suo esempio, più ancora che con il suo insegnamento, ha condotto o ricondotto sui sentieri della fede molte pecorelle che avevano smarrito la buona via.
È stato provvidenziale l’incontro con uomini rimarchevoli, che hanno saputo individuare in lui delle capacità nascoste e gli hanno permesso di realizzare il suo sogno. Sono mons. André Duirat, missionario SMA e vescovo di Bouaké, e p. Hébrard Fulcran, suo compagno d’armi sul fronte della Cochinchina, ma anche il reverendo p. André Martin e il vescovo di Daloa, mons. Pierre Rouanet, loro pure missionari SMA.
Iniziò come catechista, poi entrò nel seminario minore di Gagnoa. Fece un’esperienza con i monaci benedettini del monastero di Bouaké, e infine entrò nel seminario maggiore di Anyama.
Un tabernacolo vivente
Alla fine, dopo tanti anni di sforzi, arrivò il grande giorno, il 29 giugno 1967, quando Bertin Doué fu ordinato sacerdote nella chiesa di Santa Teresina del Bambin Gesù a Duékoué, in diocesi di Man. Nonostante fosse di età molto maggiore dei suoi compagni di ordinazione, p. Bertin eserciterà il suo sacerdote per quasi cinquantacinque anni.
I suoi parrocchiani ricordano quest’uomo dall’aspetto ascetico, vestito in tutte le stagioni con la stessa talare color beige, che mangiava poco, mosso da una pietà e umiltà che lasciavano sconcertati, al punto da essere considerato un vero tabernacolo vivente.
Con il suo esempio di vita, più che con il suo insegnamento, ha condotto o riportato sui sentieri della fede molte pecorelle che avevano perso la strada, formando così un gregge fedele al suo instancabile pastore.
Per i suoi cinquant’anni di sacerdozio, gli fu chiesto di scegliere un regalo. Senza esitare, chiese la costruzione di una cappella-santuario nel suo villaggio natale di Diahouin. Fu inaugurata il 7 luglio 2017 dal vescovo di Man, mons. Gaspard Béby Gneba che, con un gesto significativo, all’ultimo momento ha cambiato la dedicazione del santuario: inizialmente prevista a Nostra Signora dell’Assunzione, la trasferì a San Bertin, il santo di cui p. Doué Bassiba porta il nome.
Questi era un abate dell’VIII secolo, fondatore del monastero di Saint-Omer, nel nord della Francia. Durante i funerali, che si sono tenuti il 3 febbraio scorso il vescovo lo ha definito il “Curato d’Ars” ivoriano.
Anche l’Esercito Francese ha voluto presenziare ai funerali, rendendo un sentito omaggio a p. Bertin.
Notizia dal sito: fr.aleteia.org