La Provincia di Lione e la Casa Generalizia hanno collaborato all’organizzazione di una tavola rotonda per commemorare i quattro decenni del progetto della Fondazione Africana a Lione.
L’evento ha visto la presenza di stimate personalità tra cui cinque anziani Superiori Generali della SMA, l’attuale Superiore Generale, Arcivescovi, Vescovi, Sacerdoti, Suore Missionarie Catechiste del Sacro Cuore, Suore di Nostra Signora degli Apostoli, nonché la Fraternità Missionaria Laica (FLM).
Un’occasione per riflettere sull’evoluzione, le sfide e i successi incontrati durante la creazione della Fondazione Africana.
Padre Joseph Hardy, uno degli eminenti relatori, ha ricordato la creazione del progetto della Fondazione Africana in occasione dell’Assemblea Generale del 1978. Il Consiglio Generale si è visto conferire il compito di coinvolgere i dirigenti delle Chiese africane e raccogliere le loro opinioni. Mentre i dirigenti anglofoni hanno espresso poca preoccupazione, i loro omologhi francofoni hanno espresso una resistenza ideologica, temendo una rottura con il carisma originario della SMA. Tuttavia, nonostante gli ostacoli iniziali, il Consiglio Plenario del 1982 ha coraggiosamente presentato le sue conclusioni e raccomandazioni all’Assemblea Generale del 1983, plasmando così la traiettoria della SMA.
Padre Hardy si è meravigliato dell’opera misteriosa dello Spirito Santo, osservando che i risultati fruttuosi di questa decisione storica si stanno realizzando oggi. Ogni membro della SMA ha risposto alla chiamata dell’evangelizzazione nel contesto contemporaneo. Padre Hardy ha espresso la sua gratitudine per il cambiamento del nome della casa madre: da 150 Cours Gambetta a “Maison Internationale Missionnaire” – Casa Internazionale Missionaria – (MIM), sottolineando il carattere internazionale della SMA. Ha apprezzato la complementarietà spirituale e culturale vissuta all’interno della SMA, considerandola un aspetto prezioso della Società.
Il reclutamento di membri africani nella Società delle Missioni Africane non è stato privo di difficoltà. Il vescovo Keeran ha condiviso la sua esperienza personale dell’impatto di questa decisione sui membri in campo, specialmente in Nigeria. Ha sottolineato l’influenza positiva dei sacerdoti SMA nei seminari minori, ciò che finalmente ha condotto a un aumento del numero di candidati nei seminari maggiori. Il progetto ha ricevuto una calorosa risposta in Africa occidentale, con numerose persone vicine alla SMA che hanno espresso un forte interesse. Sebbene la decisione di abbracciare un’identità internazionale fin dall’inizio sia stata vista come positiva, i fattori storici e coloniali hanno posto delle sfide, in particolare per i confratelli anglofoni.
Nonostante le riserve iniziali, l’adozione dell’internazionalità si è rivelata benefica, sia per la SMA sia per l’Irlanda. L’impegno della Società nel diffondere il Vangelo a livello globale ha portato a una notevole crescita in Africa, India, Polonia e Asia.
La decisione presa nel 1983 di espandersi e di abbracciare l’internazionalità ha avuto un profondo impatto nel corso degli ultimi quattro decenni.
Padre Daniel Cardot ha messo in luce il percorso di trasformazione della SMA dal 1952, sottolineando che l’evoluzione della fondazione è andata oltre gli aspetti finanziari. I processi decisionali e i metodi di condivisione delle conoscenze hanno conosciuto cambiamenti significativi. Ha evidenziato i passaggi chiave, tra cui i movimenti di indipendenza della fine degli anni ’50, il Consiglio di trasformazione del 1965 e i tempi difficili degli anni ’70, che hanno portato all’introspezione sul ruolo dell’istituto nelle chiese africane emergenti.
Padre Cardot ha anche affrontato vari fattori cruciali che hanno accompagnato le sfide affrontate dalla fondazione africana, come le difficoltà finanziarie e legali, il sostegno finanziario delle province, l’impegno a servire l’Africa e la sua fiorente Chiesa, lo sviluppo di relazioni fraterne con i vescovi e le comunità locali attraverso le visite e la costruzione in corso di case di formazione e uno stage. Sono state inoltre discusse le preoccupazioni relative ai giuramenti, ai luoghi di tirocinio e alla crescente accettazione del progetto da parte dei colleghi responsabili delle province regionali.
Prendendo la parola, padre Jean-Marie Guillaume ha ritenuto che l’ammissione di membri africani nella SMA richiedesse adeguate strutture di formazione. È stata presa la decisione unanime di fornire una formazione dei futuri SMA in Africa, adattata all’Africa. Le conferenze episcopali hanno autorizzato i seminaristi SMA a studiare nei seminari locali, favorendo così la collaborazione e il sostegno reciproco. Sono state istituite case di formazione in vari paesi africani, tra cui Calavi in Benin, Anyama in Costa d’Avorio e nel grande seminario dei Santi Pietro e Paolo in Nigeria. Inoltre sono state aperte case di formazione a Sowutoum/Accra (Ghana), Nairobi (Kenya) e Kabwe (Zambia).
Il coinvolgimento della SMA nel Tangaza College, un consorzio di congregazioni interreligiose a Nairobi, ha dimostrato il suo impegno negli studi teologici e nei processi decisionali. Una collaborazione simile è avvenuta ad Anyama, in Costa d’Avorio, con la creazione dell’Istituto Missionario Cattolico di Abidjan (ICMA).
Padre Patrick Kelly, che è stato attratto dall’Africa e dall’Asia ed è entrato a far parte della SMA, ha condiviso i suoi pensieri sulle vie misteriose dello Spirito Santo. Ha evidenziato la sua scarsa conoscenza degli avvenimenti seguiti all’apertura della SMA agli africani. P. Kelly è stato determinante nello stabilire una presenza della SMA nelle Filippine, prima di essere inviato in India. La sua esperienza ha dimostrato il profondo impatto dell’espansione internazionale di SMA.
Al termine della tavola rotonda, i partecipanti hanno espresso la loro gratitudine per la crescita, le sfide e i risultati raggiunti nel corso degli ultimi quattro decenni.
La scelta della SMA di abbracciare l’internazionalità e di accogliere membri africani ha permesso alla società di estendere la sua missione in tutto il mondo, arricchendo e diversificando la propria identità.
Dominic Wabwireh, SMA
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