Anselmo e Grégoire Ahongbonon, con la sua gioia contagiosa e il suo amore verso gli ultimi

Anselmo Fabiano ci scrive da Calavi (Benin), raccontandoci il suo nuovo incontro con Gregoire Ahongoboun, chiamato spesso il “Basaglia africano”, per il suo impegno con i malati di mente.

Ciao a tutti!

Eccomi di nuovo qui da Calavi, dalla nostra comunità del Centro Bresillac dove il ritmo di vita e il clima sono sempre molto caldi  per condividere con voi altri Doni di questa vita africana.

Dopo l’esperienza vissuta presso la Comunità delle Piccole Sorelle dei Poveri ho avuto la gioia di rincontrare Grégoire Ahongoboun.  Avevo già avuto modo di conoscerlo e incontrarlo personalmente a Padova perché amico della SMA.

Quest’uomo da oltre 30 anni dedica tutta la sua vita alle persone che soffrono di malattie mentali  in Africa. Ha dato vita a diversi centri per l’accoglienza e l’accompagnamento di queste persone, altrimenti escluse e abbandonate dalla società.

Viene definito l’uomo che libera i “matti” dalle catene, perché chi è affetto da queste patologie mentali viene imprigionato nei villaggi. La stregoneria  spinge a credere che queste persone siano possedute dal male e perciò legate le loro mani e i loro piedi con catene di ferro, vengono rinchiusi in una stanza, oppure tenuti all’aperto, legati a un albero fino alla loro morte.

Le  comunità aperte e gestite da Grégoire, che si definisce, semplice strumento dell’amore e della Provvidenza Divina sono delle vere oasi di Speranza.  Ogni uomo e donna è prima di tutto amato e  rispettato nella sua dignità perché figlio di Dio e fratello.

È stato per me molto toccante e motivo di ammirazione poter vedere in Grégoire e in tutti i suoi collaboratori un’autentica testimonianza di fede e di servizio verso questi fratelli per amore di Dio e  rendo grazie al Signore.

Ho trascorso poi alcuni giorni in una parrocchia dove sono stato accolto calorosamente e fraternamente dal giovane parroco Rodolphe. Lui mi ha guidato alla scoperta di questa parrocchia di periferia dove non esiste una vera e propria chiesa, ma è in via di costruzione.

La fraternità di padre Rofolphe che si fa accoglienza

Visitando queste realtà  ho avuto modo di gustare e toccare con mano anche la vita quotidiana parrocchiale della realtà del Benin. Sono riconoscente al Signore, a tutte le persone che ha messo sul mio cammino e a tutto ciò che la vita Africana ha saputo Donarmi in questi giorni.

Ora sono rientrato con i miei compagni in seminario per  continuare la nostra formazione nella vita di tutti i giorni mettendoci sempre con fiducia nelle mani del Signore.

Abbiamo avuto anche la gradita sorpresa della visita di padre Leopoldo, missionario italiano della SMA, formatore nel seminario di Ebimpe in Costa d’Avorio. È stato bello condividere con lui alcuni momenti di vita  comunitaria e di fraternità che mi hanno portato anche un po’ di aria Italiana.

Come vedete vi ricordo sempre e vi porto nel cuore e nella preghiera.

Un caro saluto e un abbraccio a risentirci.

Anselmo Fabiano

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