Albert Cossery (1913-2008) è stato uno scrittore di origine egiziana. Sebbene Cossery abbia vissuto gran parte della sua vita a Parigi e abbia scritto solo in lingua francese, tutti i suoi romanzi sono ambientati nel suo paese natale, l’Egitto, o in un immaginario paese del Medio Oriente.
Fu soprannominato il Voltaire del Nilo. I suoi scritti rendono omaggio agli umili e ai disadattati della sua infanzia al Cairo, oltre a inneggiare a una forma di pigrizia e semplicità molto distante dalla nostra società contemporanea. Albert Cossery è nato al Cairo da una famiglia cristiana greco-ortodossa di origine siriana, vivendo di rendita grazie alle terre che il padre possedeva nel Delta del Nilo e come tutte le élite che vivevano in Egitto durante quest’epoca, erano ben immerse nella cultura francese.
Nel 1945, all’età di 17 anni, ispirato dalla lettura di Honoré de Balzac, emigrò a Parigi per proseguire gli studi che non completò mai, scrivendo e stabilendosi definitivamente in una camera di un Hotel della capitale francese, dove visse fino alla morte nel 2008. In 60 anni ha scritto solo otto romanzi, secondo la sua filosofia di vita in cui la pigrizia non è un vizio ma una forma di contemplazione e di meditazione. All’età di 27 anni il suo primo libro, Les hommes oubliés de Dieu (1940), tradotto contemporaneamente in tre lingue e negli Stati Uniti, grazie all’interessamento di Henry Miller.
Durante la sua carriera letteraria divenne amico di altri scrittori e artisti come Lawrence Durrell, Albert Camus, Jean Genet e Giacometti. Cossery è morto nel 2008 all’età di 94 anni. I suoi libri, ambientati sempre in Egitto o in altri paesi arabi, ritraggono il contrasto tra povertà e ricchezza, potenti e impotenti, in modo spiritoso ma drammatico.
La sua scrittura si fa beffe della vanità e della meschinità del materialismo e i suoi personaggi principali sono principalmente vagabondi, ladri o dandy che sovvertono l’ordine di una società ingiusta. I suoi romanzi spesso presentano personaggi autobiografici, come Teymour, l’eroe del romanzo Un complot de saltimbanques (1975), un giovane che falsifica un diploma in ingegneria chimica dopo una vita di piaceri e lussuria all’estero invece di studiare, torna nella sua città natale ed entra in un inaspettato intrigo contro le autorità con i suoi amici dandy.
È considerato da alcuni l’ultimo autentico scrittore “anarchico” o libero pensatore della cultura occidentale per la sua visione divertente e provocatoria, sebbene lucida e profonda, delle relazioni umane e della società. Le sue opere sono monumenti alla libertà di essere e di pensiero contro il materialismo, l’ossessione contemporanea per il consumo e la produttività, l’arroganza e l’abuso di autorità, la vanità delle formalità sociali e l’ingiustizia dei ricchi nei confronti dei poveri.
In italiano sono stati pubblicati soltanto alcuni suoi romanzi: I fannulloni nella valle fertile (Einaudi); Mendicanti e orgogliosi (E/O); La violnza e il riso (Barbès, collana Intersections); Ambizione nel deserto (Spartaco,collana Dissensi); Gli uomini dimenticati da Dio (Rizzoli) e Un complotto di saltimanchi (Giunti editore, collana Zanzibar).
Nel 1990 Cossery è stato insignito del Grand prix de la francophonie dell’Académie française e nel 2005 del Grand Prix Poncetton de la SGDL.
A cura di Maria Ludovica Piombino
Biblioteca africana Borghero