Gli antichi popoli San, un tempo conosciuti col nome di Boscimani, ci hanno lasciato rappresentazioni del loro ancestrale modus vivendi. La loro arte rupestre, spesso nascosta in antri di catene montuose dell’Africa Australe, risale a circa 20mila anni fa. Un’arte che ha ispirato persino artisti moderni del calibro di Picasso. La cultura di questo antichissimo popolo sopravvive oggi per il tramite del lavoro di un gruppo di San del Botswana.

Kuru Art Project

In un piccolo villaggio del deserto del Kalahari è infatti nato il Kuru Art Project, con cui diversi artisti San rileggono e attualizzano l’arte rupestre dei loro antenati.

Completamente autodidatti, questi artisti, tra cui molte donne, mantengono in vita il passato dei loro avi e le loro tradizioni, utilizzando però tecniche e strumenti contemporanei: non solo dipinti ad olio, ma anche litografie, incisioni e disegni.

Tutto ciò crea quadri ricchi di simbolismi, forme e colori. Come avveniva millenni fa, anche oggi viene rappresentata la natura che i San conoscono e proteggono: animali, vegetazione, e poi villaggi, oggetti di uso quotidiano.

Il loro ancestrale legame con Madre Terra lo riflettono attraverso opere pregne di un linguaggio pittorico poetico e simbolico.

Nei quadri è come se emergesse l’urgenza di ristabilire − non solo nel continente africano, ma ovunque nel mondo − il fragile equilibrio con l’ambiente e una relazione simbiotica tra esseri umani e natura.

La storia del Kuru Art Project è iniziata nel 1990, con l’obiettivo principale di sostenere le comunità San più emarginate.

Occorre infatti ricordare che i San del Kalahari – come accade per altri popoli indigeni fortemente ancorati ad ataviche tradizioni – hanno subito e continuano a subire ingiustizie dalle amministrazioni sia locali, sia governative.

La maggior parte delle loro antiche terre è stata espropriata. Le culture nomadi e legate alle risorse della terra sono state ghettizzate.

Nel Botswana è stata creata la Central Kalahari Game Reserve, una riserva istituita per tutelare i San e il loro territorio.

Ma la protezione è rimasta solo nelle intenzioni, considerato che i San sono stati sfrattati dalla loro ancestrale terra, per permettere a una potente multinazionale anglo-americana di estrarre diamanti da un grosso giacimento individuato proprio all’interno di quello spazio che avrebbe dovuto proteggere il popolo San.

Ecco che l’arte può in qualche modo lenire le profonde ferite dell’anima. Gli artisti San che ruotano attorno Kuru Art Project danno voce alle loro ancestrali usanze, ad antichi miti e leggende, rafforzando così la loro identità e i loro valori.

L’arte è diventata inoltre un modo per migliorare le loro condizioni di vita. Grazie infatti a questo progetto, le rappresentazioni artistiche del popolo San hanno varcato i confini dell’Africa. Basti pensare alle opere di Cg’ose Ntcõx’o (1950-2013), divenute famose nel Regno Unito e negli States. Anche in Francia, l’arte contemporanea del popolo San viene valorizzata da Galleristi attenti e sensibili a quelle culture africane in pericolo. Le creazioni pittoriche hanno il potere di mantenerle in vita.

a cura di Silvia C. Turrin

foto: commons.wikimedia.org; Kuru Art Project