Anna Floriana Garofalo, medico-oculista, ci ha inviato un lungo e toccante scritto dedicato alla sua esperienza di volontariato tra i poveri della Repubblica Centrafricana. Un’esperienza attraverso cui ha offerto gratuitamente cure a tante persone – bambini e adulti – affette da problemi di vista. Di seguito vi proponiamo la seconda parte del suo intenso ed emozionante Diario di viaggio.
Ho provato una grande gioia quando è arrivato il giorno di lasciare Bangui per tornare in foresta a Mabondo e rivedere i bambini e la gente che avevo lasciato a dicembre a malincuore.
Il viaggio è stato molto pesante: 15-16 ore seduta stretta in un piccolo posto accanto alla gente operata che vomitava continuamente (perché non abituata agli scossoni dell’auto), sotto il feroce caldo e , come se non bastasse, abbiamo forato e alle 3 del pomeriggio abbiamo trovato un grosso albero caduto che ci sbarrava la strada.
Ogni giorno in foresta l’ho dedicato ai bambini: ho cominciato con la distribuzione degli spazzolini e dei dentifrici donati da una mia amica dentista, poi con gli album da colorare, con il pongo da modellare e con alcuni puzzle da assemblare.
Nei giorni successivi ho regalato le fotografie scattate l’inverno scorso (con stupore si sono ritrovati in ciascuna di esse), magliette, giocattoli, mutandine.
Abbiamo giocato a calcio, a palla a volo, a basket ed infine ci siamo divertiti a saltare col gioco della molla, che ha entusiasmato maschietti e femminucce, piccoli e grandi.
Sono riuscita a preparare per ben due volte 13 chili di crema, che i bambini hanno gustato moltissimo.
Tutti erano seduti ai banchi della scuola (che è costituita da una sola stanza) e stringevano tra le mani scodelle o bicchieri in plastica o alluminio, in attesa di ricevere la crema.
È stato simpaticissimo vederli gustare questo dolce, una novità per loro, usando semplicemente le dita che si leccavano e che intingevano anche nella scodella del bimbo accanto.
Sono capitate giornate con forti temporali e per la gente che vive in foresta l’acqua è assai preziosa. L’ho constatato con i miei occhi più di una volta.
Un giorno, a seguito di un forte temporale, l’acqua proveniente dal tetto della piccola cappella che è nella missione, gocciolava creando una minuscola cascata sotto la quale i bambini approfittavano per lavarsi, come fossero sotto una doccia.
In un’altra occasione, sempre dopo una pioggia violenta, si era creata un’enorme pozzanghera sul piazzale antistante il centro della salute. I bambini si sono riversati qui e uno accanto all’altro si divertivano a lavarsi chi il viso, chi le braccia, chi i piedi e le gambe.
Anna Floriana Garofalo
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