Nelson Mandela con l’Arcivescovo Desmond Tutu

Il 5 dicembre 2013 si spegneva Nelson Mandela, il cui coraggio ha illuminato la terra sudafricana con la luce del riscatto sociale. Una luce che era portatrice di riconciliazione, nuove speranze, dialogo e confronto fra gruppi anche tra loro molto diversi.

Non per niente il Sudafrica, dopo la fine dei terribili decenni di apartheid, venne definito metaforicamente Rainbow Nation, a indicare proprio il mosaico di persone, comunità, popoli, lingue che compongono l’intero Paese.

Abbiamo ricordato la figura di Mandela attraverso vari articoli. E anche oggi, in cui si celebra il triste anniversario della sua morte, desideriamo commemorarlo parlando dei siti Unesco legati alla sua memoria.

Nel corso del 2024, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura ha infatti sistematizzato in uno specifico gruppo i siti collegati all’eredità di Nelson Mandela.

Un percorso geografico-culturale-storico che ha come filo conduttore tre temi importanti, ovvero: diritti umani; lotta di liberazione; riconciliazione.

In tutto, sono ben 14 luoghi in cui andare sulle tracce di Madiba (come viene ancora familiarmente chiamato Mandela) e ripercorrere la storia del Sudafrica del XX secolo.

Tra i vari siti figura per esempio Liliesleaf Farm, luogo storico della lotta anti-apartheid alla periferia di Johannesburg. Era in quella sede segreta che si incontravano i più importanti attivisti politici. Oltre a Nelson Mandela, nel gruppo c’erano Walter Sisulu, Govan Mbeki, Raymond Mhlaba, Ahmed Mohamed Kathrada, Dennis Goldberg, Lionel Bernstein. Presso Liliesleaf Farm questi componenti dell’ala insurrezionale dell’ANC pianificarono operazioni volte allo smantellamento del regime di apartheid, ma furono scoperti e arrestati nel 1963. Un arresto che portò al noto processo di Rivonia.

Tra gli altri siti collegati all’eredità di Nelson Mandela e alla lotta anti-apartheid rientra la stazione di polizia di Sharpeville, dove si consumò, il 21 marzo 1960, un terribile massacro a seguito di una manifestazione pacifica anti-pass law (le leggi sui lasciapassare). Sebbene i manifestanti fossero disarmati, il contingente di polizia, numericamente inferiore rispetto ad essi, si fece prendere dal panico e iniziò a sparare uccidendo 69 persone e ferendone molte altre.

Da segnalare infine altri due siti emblematici: le vie di Orlando West, teatro della Rivolta di Soweto; e Walter Sisulu Square, dove venne firmata e adottata la Freedom Charter e dove si ricorda un’altra figura rappresentativa del movimento anti-apartheid, Walter Sisulu appunto, tra i fondatori della Lega Giovanile dell’ANC.

A cura di Silvia C. Turrin

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