Questa richiesta al Padre riassume
il programma storico e di salvezza di Gesù: il regno di Dio.

Con questa preghiera,
da una parte, i discepoli chiedono
che il Padre realizzi la sua regalità piena e universale
contro gli ostacoli provenienti dal male e dal maligno.
Dall’altra, si rendono disponibili alla sovranità di Dio
con la loro fedeltà alla missione che lo annuncia
e che lo introduce nella storia umana.

Questo annuncio accompagna la missione dei discepoli
inviati da Gesù: “Strada facendo, proclamate
che il regno dei cieli è vicino” (Mt 10, 7).

I discepoli di ieri e di oggi chiedono
che Dio eserciti il suo potere
e che avvii un mondo nuovo
dove gli uomini siano salvati.
Il regno del Padre è la fratellanza tra i figli.

È anche il regno dello Spirito i cui frutti sono
l’amore, la gioia, la pace, la pazienza,la benevolenza,
la bontà, la fedeltà, l’umiltà, la dolcezza (cf. Ga 5, 22).

È la realizzazione delle promesse di Dio
e di tutti i desideri dell’uomo,
la fine di ogni forma di schiavitù, di egoismo, di tristezza,
di cattiveria, d’inquietudine, di guerra.

Tuttavia, questo regno non è di questo mondo (cf. Gv 18, 36).
È in questo mondo come i discepoli di Gesù,
ma si presenta in un modo opposto al mondo:
“Non ti chiedo di toglierli dal mondo
ma di preservarli dal maligno. Essi non sono del mondo
come io non sono del mondo” (Gv 17, 15-16).

L’arrivo del regno sulla terra “santifica il nome” di Dio.
La vita fraterna dei discepoli fa conoscere il nome del Padre.

P. Bruno Semplicio SMA