Fabrice Monteiro, di professione “fotografo concettuale”, vive e lavora a Dakar, ma è nato in Benin da madre belga e padre beninese. Da anni cercava un modo per  far conoscere al mondo la sua denuncia contro il degrado dell’ecosistema senegalese: inquinamento di fiumi e mari, deforestazione, agricoltura itinerante, pesca intensiva, speculazione edilizia.

La Natura è offesa, ferita, violata: in suo soccorso sono venuti i “djiins”, le creature mitologiche africane, dai poteri sovrannaturali, che vivono nella foresta, nel fiume e in tutti gli elementi naturali.

È il senso del progetto “The Prophecy”, realizzato con l’aiuto dello stilista Doulsy: gli Spiriti della Natura si rendono visibili in forme umanoidi in diversi contesti di degrado dell’ambiente, operato dall’uomo.

Sembrano sculture, ma molto fragili. L’obiettivo di Monteiro è di realizzare una mostra fotografica itinerante, e un catalogo fotografico, che sia una favola moderna: “La mia idea iniziale -dice Monteiro – era creare una sorta di racconto per bambini che potesse essere distribuito nelle scuole africane, basato su credenze tradizionali, in particolare sull’animismo, la credenza negli spiriti.”

E aggiunge:Ognuno degli spiriti raffigurati in ogni sito tocca una specifica questione ambientale: i rifiuti creati dalla plastica, il riscaldamento globale, la distruzione delle mangrovie, ecc.. Ho scattato nove profezie in Senegal, ma voglio iniziare a realizzare queste scene in tutto il mondo. L’Africa era solo il punto di partenza per affrontare un problema che colpisce l’intero pianeta”.

The Prophecy vuole far breccia nei cuori di un vasto pubblico. Monteiro vuole che l’arte accetti di entrare in gioco e prendersi la responsabilità di risvegliare la coscienza collettiva.