La SMA francese dal settembre dell’anno scorso ha preso a carico una parrocchia della diocesi di Lione: si tratta di Notre Dame de l’Assomption, nel quartiere Vaulx-en-Velin, nella periferia est della città.

Lione per la SMA rappresenta la storia: è qui che l’istituto è nato nel 1856, ed è qui che si sono formate intere generazioni di missionari. È da qui che sono partiti centinaia di missionari per i vari paesi dell’Africa. È a Lione, in Corso Gambetta n° 150, che sorge la casa madre, ancora oggi sede della provincia francese.

Vaulx-en-Velin è un quartiere popolare dove vivono molti immigrati africani, di prima e seconda generazione. Già prima c’era stato un servizio saltuario alla parrocchia da parte di qualche padre residente nella casa provinciale SMA, soprattutto per la pastorale degli immigrati africani.

Ma quando si è resa disponibile un’équipe di 3 confratelli, il vescovo ha affidato alla SMA la gestione intera della parrocchia. Lione, come altrove in Francia, soffre di mancanza di preti, e l’aiuto offerto dalla SMA è stato accolto a mani aperte dalla diocesi.

Questa équipe è internazionale, ed è formata da p. Laurent Oré, che è togolese, ed oltre ad essere parroco, è anche vice-provinciale, da p. Dieudonné Baloitcha, beninese, vice-parroco, e da p. Alain Béal, francese, il più anziano, prete ausiliare.

La parrocchia, il cui territorio coincide con il quartiere, conta quasi 50.000 abitanti, ed è un vero microcosmo. Bisogna dire che loro maggioranza è di origine nord-africana, e quindi mussulmana. Ciò non significa però che siano esclusi dalle preoccupazioni dei tre missionari. Anche con loro, benché di religione differente, è possibile vivere il servizio e il ministero del dialogo, e della conoscenza e del rispetto reciproci. I mussulmani a Vaulx-en-Velin sono tanti, ma non dispongono ancora di una moschea. Per la loro preghiera chiedono in prestito palestre o magazzini inutilizzati.

Numerosi sono poi i discendenti degli immigrati portoghesi, spagnoli e anche italiani, tutti di religione cattolica, venuti a Lione molti decenni fa per cercare lavoro nelle filande di seta. Ci sono anche rifugiati siriani e iracheni, scappati dalle rispettive guerre, cittadini francesi emigrati dai territori francesi nei Caraibi, e poi molti africani sub-sahariani provenienti da vari paesi. E naturalmente la comunità conta anche un buon numero di lionesi autoctoni, anche se, come capita un po’ dappertutto, sono in maggioranza anziani. Ricordiamo che la pratica religiosa dei francesi non supera il 5%.

Le assemblee eucaristiche, racconta p. Alain, riflettono questa grande diversità, e sono molto vive e partecipate. Oltre alla grande chiesa parrocchiale di costruzione recente, dedicata a S. Tommaso, l’apostolo della Siria, dell’Iraq e dell’India, ci sono le due chiese più antiche nel nucleo storico del quartiere, e una cappella costruita pochi anni fa in una zona di nuova urbanizzazione”.

La diversità di culture e di lingue è certo una ricchezza, ma è anche una sfida per tutti i parrocchiani a cercare e a vivere l’unità della comunità. In questi mesi i missionari SMA hanno fatto un grande sforzo per visitare le famiglie e conoscere le varie realtà della parrocchia e del quartiere. Un rinforzo è venuto dalle suore di Nostra Signora degli Apostoli che hanno aperto qui una comunità seguendo le tracce dei padri SMA, portando una sensibilità femminile alla pastorale.

“Il cammino è appena cominciato, dice p. Alain, e ci auguriamo tutti che sia lungo e fruttuoso. Il nostro desiderio è quello di seguire i passi di Mons. Marion de Brésillac, fondatore della SMA, e di camminare con i più poveri, i più piccoli e i più abbandonati della parrocchia”.

(Adattato da Terres d’Afrique, rivista della SMA francese di Strasburgo)