Alla periferia del piccolo villaggio di Laongo, nella provincia di Oubritenga, si trova un sito molto particolare immerso in un ambiente selvaggio. Tra alberi e arbusti si trovano blocchi di granito la cui origine risalirebbe a ben tre miliardi di anni fa. Proprio in questo spazio suggestivo è sorto un luogo dove si possono ammirare sculture realizzate partendo da questi grandi blocchi di granito di varie forme e altezze. È da 29 anni che numerosi artisti africani e di altri continenti giungono in questo sito per trasformare le pietre in opere d’arte.

Tutto è iniziato alla fine degli anni 80 del XX secolo, quando si è tenuto un simposio di scultura, promosso dall’artista burkinabé Ky Siriky, il quale rimase impressionato dal singolare fenomeno geologico tipico di questa zona. Grazie all’iniziativa di Siriky sono giunti sul campo vari artisti che, ispirati dalla loro creatività, hanno modellato il granito dando una nuova immagine agli enormi cubi. Questa sorta di rituale artistico è proseguito, attirando sempre più artisti. E così, in uno spazio di circa dieci ettari, si è formato un museo a cielo aperto composto da oltre 400 sculture.

Un simposio internazionale biennale

In questi anni, il meeting di scultura è cresciuto grazie al sostegno del Ministero della Cultura del Burkina Faso, che organizza ogni due anni un simposio internazionale. Nel 2018 l’evento si è tenuto nel mese di ottobre. Vi hanno partecipato 17 artisti provenienti da cinque Paesi: Costa d’Avorio, Mali, Senegal, Stati Uniti e Francia. Ogni volta gli artisti si ispirano a varie tematiche: dall’amore all’ambiente, dal potere al denaro, dal ruolo della donna all’importanza della fauna e della flora. Alcuni artisti realizzano opere partendo dal granito, al quale poi aggiungono altri materiali, come il metallo. I simposi sono anche occasione di scambi culturali, dato che vi partecipano artisti non solo dell’Africa, ma anche di altri continenti. Quello creato a Laongo è un patrimonio artistico e culturale unico che attira numerosi turisti. Per questo l’Ufficio nazionale del turismo burkinabè promuove visite e itinerari ad hoc in questo museo nella natura.

Opere intrise di simbolismi

Tra le opere più toccanti vi è quella realizzata da Ky Siriki dal titolo «Le père et le fils», che ritrae il volto di un uomo che protegge il figlio in un abbraccio. Suggestiva ed evocativa è poi l’opera «Le cri de l’esclave» di Moussa Yira, scultura che si ispira a uno dei discorsi del Presidente Thomas Sankara. Riferendosi sia alla saggezza degli anziani, sia alla centralità della donna quale creatura che dona la vita, Ali Nikiema, artista del Burkina Faso, ha plasmato «Le songe du vieillard». Quest’opera intrisa di molti simbolismi rappresenta un corpo di donna, ma il suo ventre è ritratto con il viso di un anziano. Un’immagine che vuole far riflettere sull’importanza della saggezza femminile.

Anche la scultura di Guy Compaoré «La femme au repos» pone al centro il ruolo fondamentale della donna nella società. «Le cri dans la nuit» di Ky Siraiki è un’altra opera dedicata al mondo femminile e ai momenti difficili e di dolore che molte donne in Africa e nel resto del mondo vivono e subiscono. Il sito di Laongo è raggiungibile tramite due diversi itinerari turistici. Il primo percorre la strada Ouagadougou-Koupéla fino a Boudtenga; il secondo percorre la strada Ouagadougou-Kaya fino a Ziniaré, per poi proseguire sino a Laongo.

A cura di Silvia C. Turrin

Foto: Tripadvisor.com