P. Désiré Salako, di nazionalità beninese, è il superiore del Distretto SMA di Benin-Niger, cioè del territorio di cui fa parte la missione di p. Pier Luigi Maccali.
È colui che per primo ha avuto la notizia del rapimento di p. Gigi, e da allora, come suo amico e confratello, e come suo superiore SMA, segue giorno dopo giorno l’evoluzione di questa vicenda, tenendo i contatti con le autorità del Niger a nome della SMA.
Settimana scorsa è venuto a farci visita a Genova, nella nostra casa provinciale, e ha voluto anche andare ad incontrare i familiari di p. Gigi a Madignano, in provincia di Cremona.
Sono tante le domande che abbiamo voluto fargli, come tante sono le speranze che ognuno di noi porta nel cuore di rivedere presto p. Gigi, sano, salvo, sereno.
Naturalmente p. Désiré non aveva una risposta per ogni domanda, ma ha saputo darci la prova che nessuno ha dimenticato p. Gigi, e che sono in tanti che si stanno adoperando in tutti i modi per la sua liberazione. Ci ha soprattutto trasmesso il mesaggio del vescovo di Niamey che p. Gigi è vivo e sta bene. Non ha potuto dirci, per motivi di sicurezza, su quali elementi fonda questa affermazione, ma ci ha chiesto di credere che lo dice con tutta sincerità e verità.
Ci ha detto che la prima preoccupazione delle autorità del Niger, ma anche dell’ambasciata italiana a Niamey, è l’incolumità di p. Gigi, e che ogni azione che verrà intrapresa non metterà in pericolo la sua vita. È desiderio di tutti che questa vicenda si concluda in modo pacifico, senza inutili violenze, ma per questo, ci ha detto, è necessario avere pazienza. Il tempo che passa, l’apparente silenzio, la mancanza di notizie, non devono essere interpretati come segno di inattività. Al contrario, è il clima più fruttuoso perché le parti in causa possono entrare in contatto con discrezione e fiducia reciproca.
Ci ha ringraziato per le preghiere che incessantemente rivolgiamo a Dio, in varie parti d’Italia, in tante comunità, per la liberazione di p. Gigi, per la liberazione delle altre persone rapite nel Sahel, per la pace e la concordia in Niger, per la serenità del piccolo gregge cristiano di quel paese. Ci ha invitato a continuare a pregare, con insistenza, perseveranza e fiducia, e tenere sempre accesa la fiamma dell’attenzione e dell’affetto verso p. Gigi.
Ci ha invitato a pregare in modo particolare per tutti coloro che sono implicati negli sforzi di liberazione di p. Gigi e degli altri ostaggi, perché siano illuminati dallo Spirito Santo, e trovino i mezzi più opportuni per portare a buon fine il loro lavoro.
Non da ultimo ci ha chiesto di pregare anche per i rapitori. Gesù ci ha detto che i cristiani osano pregare per i loro nemici, perché credono che Dio può cambiare il loro cuore, può infondere in tutti i cuori il sentimento di umanità e di giustizia.
P. Dériré è rimasto purtroppo solo poche ore con noi, ma la sua visita è stata provvidenziale. Ha rafforzato la nostra speranza, e ci fatto sentire vicini a p. Gigi. Preghiamo insieme perché il prossimo Natale ci porti il dono della sua liberazione.