Con grande partecipazione ed emozione, p. Renzo ci racconta la sua esperienza missionaria in Africa. Brevi tasselli di vita e d’incontri in Marocco e in Benin che ci restituiscono profonde lezioni di spiritualità.
padri sma Benin
In questi ultimi mesi, in ragione del mio lavoro, ho avuto la possibilità di andare in Africa due volte, la prima in Marocco e la seconda in Benin.
Il viaggio riserva sempre sorprese se si è disposti ad aprire gli occhi e a tener aperto il cuore. Così è stato, per me, anche questa volta.
Ecco perché sento il bisogno di condividere tre fatti che mi hanno fatto del bene.Hai salutato Gesù?Era il mattino presto, padre Gilbert stava preparandosi per accompagnarmi all’aeroporto di Agadir da dove partivo per ritornare in Italia.
Latifa, la signora marocchina che si prende cura della casa parrocchiale, l’avevo già salutata la sera precedente, prima che se ne ritornasse a casa sua.
Ma ecco che, mentre sto aspettando accanto alla macchina di p. Gilbert, con la valigia posata per terra, la vedo entrare dal cancello. Vuole accompagnarmi anche lei. Eppure in quel giorno, nel suo villaggio di provenienza, si celebra una festa importante per i musulmani. E lei è musulmana, praticante. È anche già stata in pellegrinaggio alla Mecca. Nonostante la festa, ha preferito mostrarmi una volta di più la sua gentilezza.
Mi saluta con il suo bel sorriso e poi, inaspettatamente per me, indicandomi la chiesa mi dice: “Hai salutato Gesù, prima di partire?”
Che lezione! Una musulmana, una donna semplice, mi ricorda una cosa semplice: salutare Colui a cui dico di aver consacrato la vita. Certo, avevo già pregato in camera, ma non mi era neanche passata per la mente il desiderio di passare per la chiesa…
Ho pensato: ancora una volta sono i poveri, i semplici, che mi evangelizzano!
P. Basil Soyoye Calavi-Benin
Mi dia il suo maglioneEro in aereo, in viaggio per il Benin. Davanti a me vi erano diversi italiani, uomini e donne. Da come parlavano ho avuto l’impressione che fossero medici che andavano a rendere servizio in un ospedale del Paese.
Una hostess, Francesca, cinquant’anni, rivelati quando ha dato il suo indirizzo email, comincia a parlare con questo gruppo e si fa raccontare cosa fanno e cosa andranno a fare. Anche lei parla della sua vita, del papà pilota, di come è stata ridotta la compagnia aerea per cui lavora. È sempre sorridente, anche se racconta cose che le fanno male.Ad un certo punto dice ad uno dei componenti del gruppo: “Mi dia il suo maglione. È scucito”. Lo prende, se ne va in fondo all’aereo dove il personale di bordo ha il suo spazio e dopo un po’ ritorna con il maglione rimesso a posto.
Mi sono detto: guarda che bel gesto! Proprio dove e quando non te lo aspetti.
Sì, forse è il caso di ringraziare il Signore perché la gentilezza, il gratuito, il sorriso, sono ancora presenti nel nostro mondo.Sr. Marie Laurence Oblate-CatechisteSei nel più bel paese del mondoEccomi in Benin per una serie di ritiri, di conferenze e di incontri con i miei confratelli, con i seminaristi SMA, con gli amici della nostra comunità e con un Istituto di Suore fondato 100 anni fa da un nostro padre.
Al termine di un incontro con i padri SMA vi è stata una condivisione molto semplice e bella.Un confratello spagnolo, p. Saturnino, con grande semplicità ha detto: “Io, tante delle cose che ho sentito qui sulla SMA non le avevo ancora sentite. Però, quando sono arrivato in Africa per la prima volta, il parroco SMA che mi ha ricevuto mi ha detto l’essenziale; poche parole che hanno dato un senso e un orientamento a tutta la mia vita missionaria: ‘tu hai la fortuna di essere nel più bel paese del mondo; tu hai la grazia di vivere la tra gente migliore del mondo’.Era un modo semplice per ricordargli che essere missionario vuol dire incarnarsi nella terra e tra la gente a cui si è mandati, amando tutto e tutti.Che bello! Questo era e rimane la base della missione.
Stendere queste poche righe è, per me, un modo per non dimenticare il bello, il buono e il santo che sono sparsi nel mondo e che ho avuto la gioia di incrociare nel mio cammino, in questi ultimi mesi. È anche però una maniera per condividere con voi qualcosa della mia vita.
Ogni giorno siamo sottoposti a un bombardamento costante di cose che non vanno, di notizie raccapriccianti, di immagini violente o volgari.Forse il Risorto che ci apprestiamo a celebrare ci ricorda che dobbiamo, anche noi, cercare di cambiare la situazione lavorando, tra le altre cose, sui nostri occhi, le nostre orecchie e il nostro cuore per riuscire a cogliere, ritenere e gioire soprattutto delle cose belle, segni della Sua presenza e del mondo nuovo che cerca instancabilmente di costruire.

Lo auguro a me e a ciascuno di voi.

Buona Pasqua!
P. Renzo Mandirola, SMA