In Marocco, come in tutto il Maghreb, i cattolici sono un’esigua minoranza, costituita per lo più da lavoratori, impiegati stranieri e da studenti dell’Africa sub-sahariana. Vi sono due arcidiocesi: quella di Rabat e quella di Tangeri. Secondo dati statistici del 2010, i cattolici allora erano poco più di 27.000. La Chiesa, tuttavia, gestisce nel Paese numerosi istituti scolastici di prestigio (circa 80) e varie opere di beneficenza.

Dal 1976 ci sono relazioni diplomatiche regolari e amichevoli tra il Regno del Marocco e la Santa Sede. Nell’agosto del 1985, su invito del re Hassan II, papa Giovanni Paolo II si recò in visita in Marocco. In quell’occasione, oltre a rinsaldare i rapporti diplomatici con la Santa Sede, si diede avvio a un dialogo permanente tra cattolici e musulmani, che continuò negli anni successivi.

Proseguendo su questa linea, l’attuale sovrano, Muhammad VI, ha invitato nel suo Paese papa Francesco. Una visita molto gradita, che si terrà il 30 e il 31 marzo prossimi e che servirà certamente ad approfondire il fruttuoso dialogo tra le fedi abramitiche, per un maggiore impegno di tutte le religioni per la causa della pace tra i popoli. L’attuale nunzio apostolico, mons. Vito Rallo, si è dato molto da fare, anche con diverse iniziative culturali, per rendere possibile questo incontro.

Cattedrale di Rabat

I rapporti tra Chiesa cattolica e Marocco sono regolati da un “Accordo” del 1984. Si tratta di uno scambio di lettere tra re Has­san II e Giovanni Paolo II. Nella missiva del Sovrano marocchino al Pontefice si diceva: La Chiesa cattolica continuerà nel regno del Marocco a esercitare pubblicamente e liberamente le sue attività, in particolare quelle relative al culto, al magistero e alla giurisdizione interna, alla beneficenza dei fedeli e all’insegnamento religioso. La Chiesa cattolica è rappresentata dai superiori delle circoscrizioni ecclesiastiche, i quali possono esercitare, sia direttamente sia per mandato, tutti gli atti concernenti la gestione dei suoi beni”.

Si stabiliva, inoltre, il beneficio dell’esenzione fiscale per gli edifici di culto e le case religiose, e veniva assicurata ai cattolici la piena libertà di associazione sul piano religioso. Il Sovrano affermava di voler dare a questo scritto un carattere vincolante dal punto di vista giuridico; in riferimento alla forma, egli scriveva: “Le Nostre rispettive qualità – Vostra Santità in quanto capo della Chiesa cattolica, Noi in quanto Comandante dei Credenti – conferiscono al tenore di tale presente lettera valore di disposizione legislativa”.

Il viaggio apostolico di Francesco rappresenterà una tappa importante nelle relazioni tra Marocco e Santa Sede. Il primo momento sarà proprio l’incontro tra il Pontefice e il Sovrano. Il viaggio include – oltre al consueto incontro con le Autorità, il popolo e i rappresentanti della società civile – la visita al Mausoleo di Moham­med V e la visita all’Istituto Mohammed VI degli imam, predicatori e predicatrici. Francesco incontrerà i migranti nella sede della Ca­ritas, e farà visita al Centro rurale di servizi sociali di Témara, alla periferia della capitale, gestito dalle Figlie della Carità. Il viaggio si concluderà con un incontro con i sacerdoti, religiosi, consacrati e il Consiglio Ecumenico delle Chiese, e quindi con la celebrazione della Messa nel complesso sportivo “Principe Moulay Abdellah”.

Da Civiltà Cattolica, num. 4050, 16 marzo 2019