P. Ceferino Cainelli, da pochi giorni eletto nuovo Provinciale dei missionari italiani della SMA, risponde ad alcune domande che gli abbiamo posto su p. Gigi Maccalli e sulla chiesa angolana.
1) Il fratello di p. Pier Luigi Maccalli, rapito in Niger 10 mesi fa, p. Walter Maccalli è stato per 14 anni missionario in Angola, fino all’anno scorso. Cosa si fa da voi in Angola per tenere viva la preghiera e la memoria di p. Gigi?
Le nostre comunità in Angola sono molto coinvolte e sensibili di fronte al rapimento di padre Pier Luigi Maccalli. La nostra gente soffre insieme a noi questa assenza, e spera con fede nel suo ritorno. Le comunità cristiane continuano a pregare e ad offrire il proprio sacrificio per la liberazione di padre Gigi. La gente si mostra vicina, chiedendoci spesso se ci sono notizie di lui, e manifestando il proprio sostegno discreto e caritatevole. Per noi in Angola, il rapimento di padre Gigi porta con sé un ulteriore sentimento. Pensare a padre Gigi è anche pensare a padre Walter, fratello maggiore di padre Gigi, anche lui missionario SMA. P. Walter è stato missionario in Angola per 14 anni, fino all’anno scorso. I due fratelli Maccalli, entrambi missionari SMA, sono “missionari dal profondo del cuore”, come diceva il nostro fondatore Mons. De Brésillac. Portano la missione nel cuore e nel sangue. Per questo in Angola parlare del rapimento di padre Gigi significa essere uniti in modo tutto speciale a Walter e alla sua famiglia. In Angola, e specialmente nelle parrocchie rette dai padri SMA a Kikolo e Panguila, diocesi di Caxito, si continua a pregare nelle varie comunità, si continua a sperare nella sua rapida liberazione. Il suo rapimento ci invita a vivere fino in fondo la missione al servizio del Regno di Dio, dove potremo un giorno, noi tutti, uomini e donne del mondo, chiamarci e riconoscerci come fratelli e sorelle.
2) Che frutti ha portato alla chiesa angolana la visita ad limina dei suoi vescovi angolani al papa del mese scorso?
Quest’anno abbiamo celebrato in Angola i 50 anni della creazione della CEAST (Conferenza Episcopale di Angola e São Tomé). Nella visita Ad Limina, avvenuta il mese scorso, i vescovi sono stati la voce del nostro popolo angolano, non avendo paura di mettere in luce i problemi e le sfide della chiesa e della società odierna. La situazione di povertà di tanti nostri fratelli e sorelle è una delle grandi preoccupazioni che il nostro episcopato porta nel cuore. Papa Francesco ha incoraggiato, attraverso i nostri pastori, tutta la chiesa in Angola a continuare a lavorare per la giustizia, per la pace e per la riconciliazione. Francesco invita tutta la chiesa angolana a impegnarsi nella ricerca di soluzioni che contribuiscano a costruire una società più giusta e fraterna. Una nuova politica da parte del governo lascia intravedere cambi positivi. Come Chiesa dovremo ripensare, riflettere ed impegnarci per arrivare a quello spazio comune, in cui vivere tutti come membri di un’unica e medesima famiglia.
3) “Quali sono le urgenze pastorali della chiesa angolana, nella quale opera un istituto missionario come la SMA ?”
L’Angola è un paese che negli ultimi anni si è sviluppato notevolmente, sia nell’ambito sociale che ecclesiale. La chiesa Angola rimane una chiesa giovane, dinamica e creativa. C’è tanto bisogno di investire sforzi e risorse nella formazione dei laici: giovani, catechisti, animatori di comunità, leaders di gruppi e movimenti. Questa sfida è motivata dal loro grande desiderio di formazione, e dalla grande disponibilità mostrata da loro. Questo è molto bello. Si vuole crescere insieme, si cerca di ricevere per essere pronti a dare. Si desidera imparare a diventare discepoli per impegnarsi nel gioioso annuncio del Vangelo. Essendo una chiesa giovane e dinamica, non mancano tanti giovani che rispondono con gioia e generosità alla chiamata a seguire Gesù Cristo nella vocazione sacerdotale e religiosa. Un’altra grande sfida è quella del discernimento, dell’accompagnamento e della formazione di queste vocazioni. La chiesa angolana, sotto la responsabilità dei suoi pastori, sta investendo forze e mezzi per rispondere a questa sfida, e continua a camminare fiduciosa sulle tracce del Buon Pastore.
Nella foto: P. Ceferino con due seminaristi SMA angolani nella Casa di Formazione di Panguila