Testimonianza di p. Mauro Armanino alla marcia e veglia per la liberazione di p. Gigi Maccalli a Izano (CR), la sera del 17 agosto 2019

“Con Pierluigi portiamo la stessa croce di ferro da anni, quella confezionata da suo padre e che anche in Costa d’Avorio (e Liberia) andava a ruba.  Questo segno ci ha accompagnati, per esempio con l’incidente d’auto a Padova, dove quasi perdevamo la vita.

E poi i tanti simboli usati insieme in Costa d’Avorio, in Italia e il suo appoggio per il mio progetto di inserzione migrante nel centro storico di Genova.

Aveva molto spinto perché andassi nel Niger e ogni tanto, per incoraggiarmi diceva: “l’uomo giusto al posto giusto”, sempre dando quella fiducia che sempre giova al lavoro.

In uno dei primi soggiorni nella sua parrocchia mi diceva, confidenzialmente: “Ho trovato il mio buco”.

E poi più apertamente: “Nella missione, in queste zone bisogna DURARE se si vuol fare un bel lavoro con la gente.”

I contadini hanno bisogno di tempi lunghi e spesso li abbiamo traditi per la troppa fretta.

All’inizio di settembre dell’anno scorso, ero andato a cercarlo all’aeroporto dopo le sue ultime vacanze, pieno di borse e di progetti per la sua gente. Abbiamo poi passato qualche giorno assieme alla casa SMA di Niamey e, dopo un’ultima cena con l’ambasciatore italiano (che lui aveva comunque già conosciuto) ha preso la strada del ‘suo’ villaggio di BOMOANGA, verso il Burkina Faso.

Dopo meno di una settimana sarebbe stato preso in ostaggio. Continuo a mandargli le mie lettere settimanali per posta elettronica.”

P. Mauro Armanino