I cittadini dei vari Paesi africani hanno sempre potuto viaggiare in Cina per i loro affari o per compiere studi, e persino prendervi residenza.

Ma l’epidemia del coronavirus sta cambiano l’atteggiamento del governo e della popolazione cinese nei confronti degli Africani. Per contrastare la diffusione di COVID-19, il governo cinese ha impiegato una varietà di tecnologie per sorvegliare e rintracciare i cittadini.

Ma questi nuovi mezzi di sorveglianza potrebbero presto diventare un ostacolo alla migrazione irregolare, come pure alla mobilità degli immigrati regolari. Potrebbe sanzionare i modi di vita che finora hanno assunto le numerose comunità africane, per adattarsi alla società della Cina.

Negli ultimi due decenni, la città meridionale di Guangzhou, capitale della provincia del Guangdong, è stata la meta preferita degli africani che vengono in Cina. Si contano non meno di 4.500 africani a Guangzhou .Essi sono in gran parte impiegati nelle reti di commercio tra Guangzhou e le grandi città africane, come Addis Abeba, Mombasa e Lagos.

La schiacciante presenza in questo hub commerciale di stranieri, provenienti da tutti i continenti, ha spesso provocato tensioni tra la polizia locale e le comunità straniere, come quelle dell’Africa occidentale, che spesso denunciano molestie e discriminazioni.

I rappresentanti consolari di vari Paesi africani hanno denunciato casi recenti e frequenti di discriminazione e persecuzione nei confronti degli immigrati africani da parte delle forze dell’ordine: sfratto e prelievo forzato dalle case e camere d’albergo, ingresso negato in negozi e ristoranti, insulti e percosse su autobus e metropolitane.

Capita spesso che gli africani irregolari si disfino dei propri documenti di riconoscimento, per evitare di essere identificati e espulsi. Ma la nuova situazione creata dall’epidemia ha instaurato in Cina un sistema di riconoscimento e identificazione di tutti gli abitanti mediante la tecnologia del riconoscimento facciale.

Sarà più difficile per gli irregolari, ma anche per tutti gli stranieri, vivere in Cina e conformarsi a queste disposizioni. Senza una dimora legale, gli stranieri non possono richiedere il Codice sanitario Alipay, un sistema che assegna un codice colore agli utenti che indica il loro stato di salute e determina il loro accesso agli spazi pubblici come centri commerciali, metropolitana.

(Notizia dal sito AfricanArguments; foto: BBC)