Una Chiesa che non si ferma

È stata una Quaresima-Quarantena senza pace da scambiare e senza cuori a cui accostarsi, ma non per questo è stato un periodo arido; sappiamo che Dio fa fiorire profumatissimi fiori nel deserto, figuriamoci se non ha fatto fiorire qualcosa in noi, nonostante la nostra pochezza.

Sono state settimane in cui sono venute meno anche le “abitudini” più belle, sane e mai banali, come la partecipazione alla Santa Messa domenicale, alla Settimana Santa, alla Pasqua.

La distanza non ci ha impedito di essere comunità

Un allontanamento forzato che non ci ha concesso di essere partecipi con la testa, con il cuore e con il corpo a quella che è la fonte di Felicità per ciascuno di noi; una distanza che ci ha privato dal nutrimento dell’anima, ma che non ci ha impedito di essere comunità.

Sono stati mesi in cui il cuore dell’uomo messo di fronte alla propria fragilità ha cercato Dio; un periodo in cui la Chiesa stessa ha cercato di arrivare ovunque, di essere contagiosa, ma in senso buono.

Il ritorno a casa dopo un lungo viaggio

Tra qualche giorno potremo tornare a celebrare, a gioire, a nutrirci: sembra di tornare a casa dopo un lungo viaggio, uno di quelli in cui pensi sempre a ciò che hai lasciato. Non è stato facile vivere questo periodo, ma personalmente mi sono sentita parte di una Chiesa che non si ferma, universale e presente. Se sono stati giorni pieni di nostalgia, ora è giunto il tempo del ritorno! Del resto, “nostalgia” e “ritorno” hanno la stessa radice etimologica greca.

Buon rientro a tutti e grazie ai sacerdoti che ci sono stati accanto con amore di padri.

Martina Bottaro
Gruppo Scout di Genova