“Con i bambini di strada che ho incontrato a Niamey, abbiamo organizzato una campagna di bonifica in un campo vicino a casa nostra” ha raccontato Gilles, giornalista nigerino che trascorre la maggior parte del suo tempo con queste giovani vittime della capitale nigerina.
“Machete, rastrelli per tagliare, raccogliere, spazzare e bruciare le macerie, abbiamo lavorato per un paio di giorni. Durante quei due giorni i piccoli lavoratori si sono sentiti utili e importanti per se stessi e per la società, dimenticando almeno temporaneamente le violenze subite, e non dovendo più rubare il cibo per sfamarsi”, prosegue Gilles, che 15 anni fa ha creato, a Niamey, il “Foyer totonn Gilles” (Casa-famiglia dello zio Gilles).
La casa oggi accoglie una quindicina di giovani, dai quattro ai vent’anni circa. Si tratta di bambini con anni di sofferenze e violenze alle spalle trascorsi per le strade di Niamey, senza riparo né sicurezza, abbandonati a se stessi. Arrivati nella capitale in cerca di fortuna.
“Quest’ultimo gruppo è a casa con noi da un mese – racconta Gilles che ha organizzato la casa insieme alla moglie e ai suoi figli – li abbiamo avvicinati più volte prima che decidessero di unirsi a noi. Hanno lasciato finalmente la strada per poi tornare dalle loro famiglie e dimenticare il calvario della città lontano dai loro cari, per anni. Da una quindicina di giorni ci sono anche maliani, migranti in fuga dalla guerra che hanno promesso di portare alle madri quanto pagato per il lavoro svolto”.
Vivono in una casa in affitto, in condizioni piuttosto difficili ma dignitose, e formano una famiglia molto eterogenea. Gilles, con il suo stipendio e le offerte di qualche benefattore, sta dedicando tutta la sua vita a questi bambini, vittime della violenza della guerra, della famiglia o della società, dello sfruttamento.
Lui stesso ha avuto un’esperienza simile; suo padre lo picchiava quasi tutti i giorni e per questo è scappato quando aveva appena tredici anni. Quasi ogni sera va a trovare i bambini di strada della città, li incontra, li saluta, chiacchiera con loro di mille cose, li aiuta e di solito è il loro difensore e avvocato davanti alla polizia.
Sono diversi i giovani passati per il centro che oggi hanno trovato un posto nella società, hanno trovato un lavoro, si sono sposati, sono diventati indipendenti. Gilles li definisce il suo orgoglio.
Notizia da Agenzia Fides, Foto di Gilles