Tra gli appuntamenti culturali più longevi organizzati in Africa vi è il Festival panafricano del cinema e della televisione di Ouagadougou. Comunemente noto con l’acronimo, FESPACO, questo evento si terrà dal 22 febbraio al 1° marzo a Ouagadougou, capitale del Burkina Faso.

Giunta alla sua 29ᵃ edizione, questa manifestazione rappresenta un grande happening in cui al centro vi sono le diverse espressioni culturali dell’Africa e della diaspora africana.  Creato nel 1969, il FESPACO ha attraversato indenne le tensioni e l’instabilità che ha conosciuto in questi decenni l’Africa occidentale, tra colpi di stato, crisi con la Francia e terrorismo jihadista.

La cultura appare più forte delle forze destabilizzatrici. Lo dimostra anche l’edizione del 2025, dedicata interamente al cinema africano e alle identità culturali.

Grazie a proiezioni, workshop e incontri con professionisti del settore, il FESPACO di quest’anno si preannuncia speciale: l’attenzione sarà focalizzata su quelle opere cinematografiche che raccontano le storie e le realtà del vasto e composito continente africano.

Per la selezione ufficiale sono stati proposti ben 1351 film provenienti da 48 Paesi! Numeri che mettono in evidenza il fermento artistico in Africa, tra lungometraggi, cortometraggi, documentari e film d’animazione.

Oltre al cinema, uno spazio importante sarà stato occupato dalla musica, elemento imprescindibile, come sottofondo o in primo piano, di una storia. Infatti, talvolta, la soundtrack può far la differenza, enfatizzando certe sequenze o determinati momenti ricchi di pathos.

In questa edizione, il Paese invitato d’onore sarà il Ciad. Non mancano nemmeno novità interessanti, come l’introduzione del “Premio Thomas Sankara del Panafricanismo”, finanziato dal governo Burkinabé, e del “premio del pubblico”, promosso dalla RTB, la radiotelevisione del Burkina Faso.

A tutto ciò si aggiunge il Mercato internazionale del cinema e dell’audiovisivo africano (MICA). Il FESPACO, al suo interno, è quindi ricco di appuntamenti che valorizzano l’eterogeneità dell’industria cinematografica dell’Africa, sempre più in grande espansione.

a cura di Silvia C. Turrin