Lo scrittore Abdourahman Ali Waberi, è nato nel 1965 nell’ex Côte française des Somalis, l’attuale Repubblica di Gibuti, situata nel Corno d’Africa, sul lato orientale del continente africano. L’ultima colonia francese ad ottenere l’indipendenza nel 1977. Attualmente vive e lavora in Francia come scrittore e insegnante di lingua inglese.

Ammiratore dello scrittore somalo Nuruddin Farah, a lui ha dedicato la sua tesi di dottorato.

Dal 1994 ha pubblicato diversi romanzi, racconti, saggi, poesie e opere teatrali.

Scrive per quotidiani e riviste, tra cui Lettre International, Libération, Le Monde, Le Monde diplomatique, Il Manifesto, Jeune Afrique, Lo straniero e scrive regolarmente per Internazionale.

Il suo primo romanzo Le Pays sans Ombre (Rocher, 1994), è una raccolta di ritratti di un paese decimato da febbre, carestie e guerre. Con questo suo lavoro ha ottenuto il Grand Prix de la nouvelle francophone dell’Accademia reale di lingua e di letteratura Francese del Belgio.

Tutti i suoi lavori sono ispirati all’ambiente umano e culturale dell’Africa.

Per l’editrice Serpent à plumes pubblica Cahier nomade (1996) e ottiene il Grand Prix de l’Afrique Noire; con Balbala (1997), il Prix collectif du festival de Chambéry.

Nel 2000 Moisson de crânes, dedicato al genocidio in Ruanda e tradotto nello stesso anno in italiano da Edizioni Lavoro con il titolo Mietitura di teste. Nel 2001 una nuova raccolta di racconti, Rift routes rails (Gallimard editore), segnati dal tema dell’esilio e dalla deriva di un continente spogliato del suo passato e delle sue tradizioni.

Nel 2005 Morellini traduce e pubblica Transit: Cinque personaggi si contendono la scena all’interno della zona transit dell’aeroporto Charles De Gaulle, impazienti di raccontare le proprie vite, accostate e contrapposte, di confessarsi. C’è Bashir, un mercenario di Gibuti che ha combattuto i ribelli per conto d’un governatore corrotto; c’è Harbi, diviso tra due esperienze e due continenti: gli anni di studio in Francia e il presente a Gibuti; c’è sua moglie Alice, déracinée volontaria, che ha lasciato la nativa Bretagna e scoperto un nuovo mondo; c’è il figlio Abdo-Julien e il nonno Awaleh. Un romanzo amaro tra integrazione e integralismo, tra eredità del passato e sogni per il futuro.

Con Gli Stati Uniti d’Africa (Morellini, 2006), Waberi racconta un mondo capovolto, in cui l’Africa è un continente prosperoso che attrae migranti dall’Europa e dall’America. Gli Stati Uniti d’Africa ha riscosso un notevole successo internazionale e nel 2009 è stato pubblicato in edizione tascabile da Feltrinelli.

Passages des larmes (JL Lattès 2009) è ancora un romanzo sull’esilio, una dedica poetica incentrata su Gibuti (il titolo è la traduzione letterale dello stretto che congiunge il Mar Rosso al Golfo di Aden), ma offre al contempo una riflessione profonda sul fanatismo e la geopolitica del Corno d’Africa.

L’ultimo romanzo di Waberi è del 2022, Dis-moi pour qui j’existe? (JL Lattès), una storia sulla perdita e sul dolore:

Quando sua figlia di 6 anni si ammala, Aden deve affrontare un dolore inspiegabile e vecchie ferite che pensava fossero state dimenticate. Deve affrontare il suo passato, ricordare e indagare.

Waberi è attualmente è visiting professor presso l’African departement del Claremont Colleges in California.

 

Maria Ludovica Piombino,
Biblioteca africana Borghero


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