Abi Daré è cresciuta a Lagos, in Nigeria, ma vive in Inghilterra da diciotto anni. Dopo la laurea in Legge con specializzazione in Managment internazionale, ha ottenuto un master in scrittura creativa alla Birkbeck University of London. Attualmente abita nell’Essex col marito e le figlie.

La ladra di parole (Editrice nord, 2021, traduzione di Elisa Banfi)  è il suo romanzo d’esordio e si è subito imposto come un caso editoriale sia in Inghilterra sia negli Stati Uniti, dove è rimasto in classifica per settimane.

Attraverso la storia, raccontata in prima persona dalla giovane Adunni (in originale il titolo è proprio The girl with the louding voice), Abi Daré scardina ogni preconcetto sull’Africa e tratteggia un mondo ambiguo, nel quale è difficile, se non impossibile per una donna, far sentire la propria voce.

Un mondo chiuso, declinato al maschile, preconfezionato, ostile ai cambiamenti.

C’è molto di autobiografico, come la stessa Abi ha raccontato . “Tu non ritorni. Vent’anni fa queste parole mi hanno cambiato la vita. Le ha dette mia madre, quando le ho chiesto del mio volo di ritorno in Nigeria, dopo le vacanze estive. Tu non ritorni, ha ribadito, adesso casa tua è qui. Studierai legge! Qui in Inghilterra! (…) Lei voleva darmi molto di più di quello che la Nigeria poteva offrirmi. In seguito ci sono stati momenti di disperazione in cui avrei voluto solo tornare a casa. Ormai sono passati vent’anni da quelle parole e oggi ho imparato ad amare la mia duplice identità, nigeriana e inglese.”

A partire dalla lingua in cui il romanzo è scritto, il broken English – che non è il pidgin parlato in Nigeria e negli altri paesi africani anglofoni dalle classi sociali colte, ma è la lingua parlata dalle persone prive di istruzione, caratterizzato da errori grammaticali e sintattici di vario tipo – si è immersi in un mondo dal quale si vorrebbe soltanto fuggire.

A Ikati, un villaggio nel cuore della Nigeria, il destino delle ragazze è segnato. Passano l’infanzia a occuparsi della casa e dei fratelli più piccoli, vanno a scuola solo per imparare a leggere e scrivere e poi vengono date in moglie al miglior offerente.

Adunni è diversa (ma non lo sono forse tutte?), ama studiare, leggere, scoprire parole nuove per capire il mondo, descriverlo, raccontarlo. E sogna di diventare maestra (come sua madre le ha promesso) per spiegare alle bambine come sfuggire dalla miseria attraverso l’istruzione.

Adunni è caparbia, ostinata, ferma nelle proprie convinzioni. Decisa a cambiare la sua vita in meglio, nonostante tutto.

Il premio Nobel per la Pace, Malala Yousafzai, ha così commentato La ladra di parole : “Sono entusiasta di questo romanzo. In moltissime parti del mondo le donne lottano ancora per ottenere il diritto all’istruzione. Sono grata ad Abi Daré per averci fatto sentire la forza della loro voce”.

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A cura di Maria Ludovica Piombino
Biblioteca Africana Borghero

Foto: youtube, sito campaign.bbk.ac.uk