La fantascienza, l’afrofuturismo e il fantasy sono generi molto sperimentati dai giovani scrittori africani e promossi dalle case editrici nigeriane, kenyote e sudafricane, i paesi più sensibili ai cambiamenti editoriali.
Anche in italiano – e lo abbiamo visto all’ultima edizione genovese del Book Pride – sono stati tradotti nuovi autrici e autori africani dall’editrice Zona 42, nella nuova collana di fantascienza curata da Chiara Reali, 42Nodi.
Tlotlo Tsamaase è una scrittrice motswana. I suoi racconti sono apparsi tra gli altri in Futuri uniti d’Africa, Africanfuturism anthology e in The Year’s best african speculative fiction. È stata la prima autrice motswana ad essere nominata al Rhysling Award nel 2017.
È vincitrice del Bessie Head short story award del 2011 ed è socia del PEN America e dell’African speculative fiction society. Nel suo ultimo romanzo, Silenziosa sfiorisce la pelle, esplora i temi del colonialismo e dell’oppressione in una storia che si muove sinuosa tra territori onirici e narrativa speculativa .
Il passato come ambientazione futurista, i miti, le divinità come supereroi, sembrano essere un elemento costante di questi nuovi autori, e spesso diventano un modo per affrontare il tema del colonialismo in un chiave diversa.
Suoi sono anche Il distretto della cervice, tradotto sempre da Giulia Lenti, un racconto fantastico in cui si immagina il destino dei nuovi nati e delle scelte impossibili che sono chiamati a fare e Dreamport, una storia di fantascienza che mescola le nuove tecnologie e le vecchie abitudini.
Shingai Njeri Kagunda è una narratrice di Nairobi, Kenya, che si muove tra afrosurrealismo e afrofuturismo. Le sue storie sono state pubblicate su Omeana, Fantasy magazine, Africa risen e Ucanny magazine. E’ co-editrice di Podcastle magazine e co-fondatrice di Voodoonauts. Insegna scrittura creativa.
Nel suo racconto Ecco come continuare a vivere, il mondo di Nyokabi viene travolto dal suicidio del fratello.
Mentre lei cerca spiegazioni del suo gesto, una vecchia zia, emarginata dalla famiglia, le offre un modo per ritornare indietro nel tempo, per cercare di salvare il fratello.
Mantenere in vita il fratello diverrà l’unico obiettivo di Nyokabi, anche se sfidare il passato non sarà privo di conseguenze.
Un racconto che tratta di salute mentale, dolore, eleaboraione del lutto. Con questo racconto Shingai Njeri Kagunda è stata finalista agli Ignyte awards, i premi del settore fantascienza.
Dare Segun Falowo è un giovane autore nigeriano pubblicato dalle più prestigiose riviste di genere americane, The magazine of fantasy & science fiction, The dark.
Le sue storie sono state candidate al BSFA award e al NOMMO award. Esponente della nigerian weird, nel suo lavoro si trovano spesso elementi di cosmologia yoruba miscelati con le atmosfere care al cinema di Nollywood e al pulp.
Convergenze nell’architettura del coro è il suo primo romanzo ad essere tradotto in italiano.
Osupa, fondata da rifugiati in cerca di un nuovo inizio, è un insediamento isolato guidato da oracoli e guaritori. Una tempesta di fulmini improvvisa provoca un black out e il sonno dei protagonisti. Al loro risveglio un enorme vascello volante incombe minaccioso sul villaggio. Il racconto si snoda tra cielo e le viscere della terra.
Un racconto fortemente immaginifico che attinge a piene mani dalla spiritualità e dalla storia dei miti nigeriani.
A cura di Maria Ludovica Piombino
Biblioteca africana Borghero