Ama Ata Aidoo è nata nel Ghana Centrale nel 1942, ad Abeadzi Kyakor, quando il Ghana era una colonia britannica. Scrittrice e poetessa di grande e autentico talento, è cresciuta in una famiglia fortemente tradizionalista e appartenente al gruppo etnico dei Fante (con gli Akan e i Brong gruppo di idioma akan).
Negli anni ’60 – termine del periodo coloniale e inizio di un forte nazionalismo – viene inviata dal padre, uomo politico e capo villaggio, a studiare in un collegio per sole ragazze. Dopo il diploma si laurea in Letteratura Inglese e negli stessi anni scrive, in inglese, la sua prima opera, The dilemma of a ghost.
Diversità culturali
Il romanzo, come lei stessa racconta, nasce da un ritornello, “and there and there I saw a wretched gosth going up an down singing to myself”, ritornello che non voleva lasciare la sua mente e che le ispirò la trama. Tema del libro sono le diversità culturali in modelli apparentemente simili. In questo caso sono il mondo africano di Ato (studente del Ghana laureatosi negli Stati Uniti) e quello afro-americano della sua giovane moglie, Eulalie. I due ragazzi, dopo aver deciso di vivere in Africa, dovranno affrontare tutti i reciproci fantasmi passati (e quello della tratta degli schiavi rimane il più forte) per adattarsi a questa nuova condizione, ma in realtà non si comprendono mai veramente, proprio a causa delle diversità culturali, così importanti e profonde, che continuano a separarli.
Pur trovando un compromesso, grazie anche all’intervento della saggezza della madre di Ato, rimarranno sempre un po’ invisibili uno all’altra.
Cambiamenti
I lavori di Ama Ata Aidoo affrontano spesso il tema dei cambiamenti e delle tensioni scatenatesi tra i due mondi a confronto: l’occidente e l’Africa. Gli anni ‘60 anni vedono la fine del colonialismo britannico e l’inizio di quel post-colonialismo fatto di lotte, ideali e compromessi mai veramente risolti. Nei suoi romanzi, attraverso l’uso della metafora letteraria, viene resa evidente la corruzione e l’ipocrisia della nuova classe dirigente.
Pregiudizio razziale
Our Sister Killjoy , apparso nel 1977, è ambientato in Germania, Londra e Ghana: racconta di Sissie e del suo incontro con il pregiudizio razziale, basato sull’ignoranza e sul colore della pelle. Il pregiudizio scatta subito, appena Sissie lascia la sua città. Il mondo freddo della baviera tedesca e poi quello multiculturale ma indifferente di Londra, la lasciano ingenuamente sorpresa.
Riconoscimenti di sé
Il libro, scritto in doppio stile, prosa e poesia, è poi un viaggio verso il riconoscimento di sé che non può avvenire senza avere prima incontrato l’altro (non a caso Sissie alla fine ritorna in Africa).
All’interno dei cambiamenti sottolineati da Aidoo, anche il ruolo tradizionale della donna africana viene riscritto.
La maggior parte dei protagonisti dei suoi racconti, delle sue poesie e opere teatrali, sono donne che rifiutano il clichè imposto dalla società e lo sfidano in modi diversi.
Estraneità e coraggio
Nell’opera Anowa pubblicata nel 1970 e ambientata alla fine dell’ottocento – quando il Ghana si chiamava Costa d’Oro – Ama Ata Aidoo aveva affrontato due temi fondamentali: il coraggio che le scelte individuali non condivise richiedono e l’estraneità dal proprio gruppo che ne segue.
Anowa è una donna che rifiuta il meschino compromesso schiavista del marito, ritrovandosi in questo modo sola, derisa e considerata da tutti malata di mente. La denuncia pubblica della sua mancata maternità, provocherà il doppio finale tragico.
Ama Ata Aidoo ha inoltre scritto alcuni libri per bambini, The eagle and the chikens e una serie di racconti in cui l’io narrante è una bambina, The girl who can.
Conferma della sua complessa tecnica personale e letteraria.
Nel 1992 con Changes: a love story (Esi è una giovane donna che guadagna di più del marito: deve affrontare il suo rifiuto e costruirsi una nuova vita, non facile e sempre comunque imperfetta) ha ricevuto il Commonwealth Writers Prize per il miglior libro.
Identità
In Something to talk about on the way to the funeral (1985) usa la tecnica del racconto orale, riferendosi- anche stilisticamente- alla ricerca delle proprie origini. Alla ricerca della propria identità, base poi di tutte la sue opere.
È stata Ministro dell’Educazione ed ha insegnato per molti anni in alcune Università europee. Vive negli Stati Uniti.
Una traduzione italiana
L’Edizione Lavoro, nella collana “Linea d’Ombra”, nel 1993 ha tradotto Certi venti dal sud, uno degli undici racconti brevi che compongono la raccolta “No sweetness here” (Longmans,1970).
Migrazione è un breve racconto scritto in prima persona (la voce narrante della madre): due donne, madre e figlia, lasciate dai propri mariti a causa di motivi diversi, ma con conseguenze simili. C’era stata la guerra ed è ora la ricerca di un lavoro migliore, al sud, lontano dal proprio paese di origine, a portare via gli uomini. Una migrazione in entrambi i casi forzata, non voluta e sofferta. Il giovane marito, Issa, deve andare a sud come lavoratore stagionale per tagliare l’erba, un lavoro ben pagato ma che gli impedirà di vedere il piccolo Hawa appena nato.
Le due donne – in un passaggio di testimone – imparano a vivere con la loro assenza, la loro attesa e malinconia (sottofondo spesso presente nello stile intenso di Aidoo).
Ambientate nel Ghana post-coloniale, le undici storie raccontano, all’interno della quotidianità rurale o cittadina, la vita così uguale nel tempo, di donne giovani o anziane, sole, mogli o madri, lasciate o loro stesse in fuga verso la città o un altro continente, nella speranza di cambiare la propria condizione.
La scelta dello stile ricorda, nella struttura grammaticale, la forza e drammaticità del racconto orale.
Se non c’è dolcezza nelle cose e nelle persone – dice Ama Ata Aidoo – c’è il sale, altrettanto necessario, anche se proviene dalle lacrime.
Maria Ludovica Piombino
Foto: pagina facebook di Ama Ata Aidoo
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