Amadou Hampâté Bâ, nato verso il 1900 a Bandiagara, nel Mali, è morto ad Abidjan il 15 maggio del 1991. E’ stato scrittore, etnologo, storico e poeta.
Appartenente ad una grande famiglia di nobili fulbe, Hampâté Bâ viene iniziato alla cultura del suo popolo e alla religione islamica. Entrato nell’amministrazione coloniale francese, se ne allontana dopo alcuni anni e molti contrasti, diventando collaboratore di istituzioni culturali e fondazioni internazionali. Segue quindi la carriera diplomatica, diventando anche membro del Consiglio esecutivo dell’Unesco.
Dal 1970, abbandonate tutte le cariche e gli impegni ufficiali, si dedica completamente alla creazione di un archivio che raccolga le trascrizioni delle testimonianze orali e dei racconti dei griot, i narratori tradizionali, salvando così dalla scomparsa un immenso patrimonio della cultura africana, sua la frase “In Africa, ogni vecchio che muore è una biblioteca che brucia”.
In italiano sono tradotti alcuni dei suoi lavori, Aspetti della civiltà africana (EMI), L’interprete briccone (Ed. Lavoro), Petit Bodiel (Sinnos), Gesù visto da un musulmano (Bollati Boringhieri), Amkoullel il bambino fulbe (Ibis), Signorsì, comandante (Ibis), Kaydara (Ibis).Nel 2010 l’editrice Ippocampo ha presentato il volume Racconti di viaggio.
Amkoullel il bambino fulbe è la storia della gioventù di Amadou. Un percorso di circa vent’anni raccontato, grazie a una sorprendente “memoria secolare”, con una sensibilità tutta africana per il dettaglio, ma anche filtrando gli eventi attraverso uno sguardo ironico e saggio.
Non è una semplice autobiografia, sia perché non vi è affatto il tentativo di rievocare e di rimpiangere un passato ormai scomparso, sia perché ci troviamo di fronte a un vero e grande scrittore che ripercorre qui l’inizio di quello che sarà un itinerario spirituale e intellettuale straordinario. Si tratta quindi di un libro che si apre a molte letture, che ci fa entrare nella cultura africana rendendoci partecipi della ricchezza di questa grande civiltà.
Kaydara, è un racconto iniziatico della tradizione fulbe del Mali e narra il viaggio di tre giovani che devono attraversare un mondo sotterraneo e misterioso per raggiungere la dimora di Kaydara, il dio dell’oro e della conoscenza. Il viaggio è segnato da una serie di incontri enigmatici e simbolici che introducono alla cultura e alle tradizioni etniche dei Fulbe.
Dei tre viaggiatori solo uno riuscirà a superare la prova e potrà ritornare con il carico che lo renderà saggio e rispettato. Attraverso questo viaggio, il protagonista, Hammadi, potrà giungere alla piena realizzazione di sé e alla consapevolezza del suo ruolo nella società. Bà ha trascritto questo testo a partire dalle narrazioni orali del suo popolo e lo ha tradotto in francese, consegnandoci un piccolo frammento della vasta tradizione arcaica e iniziatica maliana.
Ha corredato inoltre la pubblicazione di un vasto apparato interpretativo e di approfondimento che ci permette di comprendere il profondo valore spirituale della cultura africana. Una tradizione che non ha nulla di statico ma anzi si trasforma in continuazione, in un rapporto dinamico tra l’uomo e il suo mondo.
L’interprete briccone, ovvero lo strano destino di Wangrin è l’ unico romanzo di Amadou Hampaté Ba, è la storia del mitico Wangrin ed è in assoluto il capolavoro della letteratura africana di lingua francese. Un mosaico straordinario che racchiude tutto il mondo dell’Africa tradizionale. Un romanzo insolito, ricco di riferimenti culturali, sociali e religiosi, in cui si mescolano sapientemente generi narrativi diversi.
Attraverso divertenti ed esilaranti avventure, Amadu Hampaté Ba narra la storia di Wangrin, personaggio mitico, eroe leggendario che, grazie alla sua intelligenza, alla sua astuzia, al suo coraggio, ma anche alla sua sfacciataggine e al suo scarso senso morale, riesce a prendersi gioco di tutti i ricchi e i potenti, siano essi i bianchi, amministratori dell’imperante colonialismo francese o i neri, depositari del potere tradizionale.
Eroe leggendario e picaro insolente, Wangrin insegna innanzitutto a sorridere e a ridere: “Riderò degli uomini e delle cose, riderò di coloro che non sanno ridere né far ridere, perché chi non ride è malato o malvagio. E io non sono né questo né quello”.
Nel 2010 , l’editrice Ippocampo ha presentato Racconti di viaggio, 15 racconti inediti del grande scrittore africano noto nel mondo proprio per la lotta che condusse in favore della riabilitazione delle tradizioni orali africane.
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A cura di Ludovica Piombino, Biblioteca Africana Borghero
Foto: Wikimedia; Facebook