Ananda Devi è nata nel 1957 sull’isola di Mauritius, nell’arcipelago delle Mascarene, poco distante dalle coste del Madagascar, confluenza tra numerosi elementi etnici, culturali e linguistici. Autrice di origine indiana, scrive in francese e parla l’inglese e il creolo mauriziano. È nota per il suo linguaggio volutamente poetico, quasi barocco.
La sua opera si interroga su questioni fondamentali, come la relazione tra corpo e scrittura, l’uso politico e personale del corpo, il linguaggio, l’identità e la creolizzazione, ma anche del rapporto tra classi sociali, generi e razzismo. Nella scrittura di Devi si trova la quintessenza del discorso decoloniale.
Devi esordisce giovanissima come autrice di racconti, Le poids des etres (Editions de l’Océan Indien, 1987), Rue la poudriere (Les nouvelles editions africaines, 1988), distinguendosi immediatamente agli occhi della critica. Dopo aver conseguito un dottorato in antropologia alla SOAS di Londra, è vissuta per molti anni in Congo, per poi trasferirsi in Svizzera.
Il suo romanzo, Eve de ses décombres – tradotto nel 2021 in italiano da Giuseppe G. Allegri per Utopia Editore, Eva dalle sue rovine- ha vinto il Prix des cinq continents de la Francophonie nel 2006, oltre a numerosi altri premi. È stato adattato per il cinema da Sharvan Anenden e Harrikrisna Anenden, rispettivamente figlio e marito dell’autrice. Nel 2007, Devi ha ricevuto il Certificat d’Honneur Maurice Cagnon du Conseil International d’Études Francophones. Da allora ha vinto altri premi letterari, tra cui il Prix du Rayonnement de la langue et de la littérature française dell’Académie française. Nel 2010 è stata insignita del titolo di Chevalier des Arts et des Lettres dal governo francese.
Le sue sono storie dal margine, sia geografico che sociale, con personaggi che vivono in quartieri popolari o provengono da classi disagiate. O addirittura sono storie che vengono dal margine del margine, come è il caso di Eva dalle sue rovine, ambientato a Troumaron, un sobborgo povero di Port Louis.
“Eva dalle sue rovine è prima di tutto la storia di Eva, la donna da salvare, la donna che prova inutilmente a salvarsi. Eva si muove tra le strade di Troumaron alla ricerca di un’emancipazione che si rivela impossibile quando la nascita marchia il corpo con il destino sociale. Eva dalle sue rovine è un romanzo durissimo, un romanzo in cui a ogni riga si tocca il corpo tumefatto e violato di Eva. La lingua è viscerale, pregna di sangue, di violenza e di disperazione. Ma è anche una lingua viva, piena di immagini, in cui risplendono momenti di quiete e amore, dove si intreccia il creolo mauriziano al francese e all’inglese. Non è un caso che proprio la lingua sia uno dei protagonisti del libro. La lingua, infatti, è lo spazio della memoria, quello dove si trovano le tracce della colonizzazione passata e presente (la lingua creola)”.
Eva sembra incarnare la metafora del territorio coloniale, terra violata, buttata ai margine della Storia, alla ricerca di una emancipazione che pare impossibile. Le opere di Devi, già tradotte in molte lingue in Africa, America ed Europa, sono in corso di pubblicazione in Italia nel catalogo di Utopia.
A cura di Maria Ludovica Piombino
Biblioteca africana Borghero