Si parla poco di Angola in Italia, eppure è un paese in pieno fermento. Il nuovo presidente João Lourenço, espressione del partito al potere dal 1975, l’MPLA, inaspettatamente ha operato delle scelte che gli angolani si aspettavano da tempo. Ecco qualche breve flash dall’attualità angolana.
Radio Ecclesia, una voce libera presto in onda in tutto il paese
Il Ministro angolano della Comunicazione Sociale, João Melo, ha dichiarato che il Governo ha deciso di concedere a Radio Ecclesia il permesso di estendere il suo segnale a tutto il territorio. Mancano pochi dettagli perché la decisione diventi operativa.
Radio Ecclesia è un organo della Chiesa Cattolica angolana, che ha iniziato ad emettere nel 1954. Chiusa dal regime marxista dell’MPLA nel 1978, ha ripreso a funzionare nel 1997 in FM, e solo per Luanda e dintorni. È uno strumento efficace della società civile per fornire ai cittadini un’informazione indipendente e obiettiva. Da vent’anni la Chiesa attende che il governo autorizzi le emissioni su tutto il territorio nazionale.
“La chiesa cattolica è un’entità millenaria – ha affermato il Ministro Melo; essa rappresenta una grande parte della nostra società. Mi attendo da essa un’informazione seria, credibile ed equilibrata, come pure un’utile collaborazione nella moralizzazione di tutto il paese”.
Sanatoria per il rimpatrio di capitali
Il Consiglio dei ministri angolano ha approvato una proposta di legge per favorire il rimpatrio volontario di capitali privati angolani illecitamente esportati all’estero. Questa misura era tra le priorità del Presidente João Lourenço.
Secondo la sanatoria proposta del governo, i cittadini angolani disporranno di 180 giorni per trasferire in patria i loro depositi all’estero, senza incorrere in nessuna sanzione, penale o civile.
“In simultanea, la proposta di legge dota lo Stato di strumenti per investigare e cooperare con le entità finanziarie internazionali al fine di recuperare quei capitali all’estero che non saranno dichiarati dai proprietari”, annuncia il comunicato dei ministri.
La decisione è stata salutata dal governatore del Banco Nacional de Angola, la banca centrale, José de Lima Massano, che si è augurato che tali risorse finanziarie, illegalmente sfuggite al controllo dello stato, servano per rilanciare lo sviluppo economico del paese.
Effettivamente l’economia dell’Angola, dipendente dalle esportazioni di petrolio, da alcuni anni ristagna, e si fa sempre più sentire la mancanza di divisa straniera. La moneta locale, il kwanza, è sopravvalutata rispetto al dollaro, e il governo teme che una sua svalutazione provochi un’impennata dei prezzi, aumentando le difficoltà della popolazione che nella sua maggioranza vive con redditi al di sotto della soglia della povertà.
È ancora molto attivo il cambio della moneta al mercato nero, dove il kwanza vale la metà di quanto fissato dal cambio ufficiale.
Aumentate le risorse per salute e educazione
Il parlamento angolano ha approvato una variazione del bilancio dello stato, che aumenta considerevolmente la quota destinata all’educazione e alla sanità.
L’educazione ha visto il suo budget aumentato del 9%, ed ora rappresenta il 6% del Pil, un valore di tutto rispetto, che permette al paese di migliorare la formazione delle nuove generazioni.
Anche la salute ha aumentato le sue risorse: 10% in più rispetto all’anno trascorso, raggiungendo il 4% del Pil.
Il presidente e il suo partito, MPLA, vincitori delle elezioni dell’anno scorso, hanno così mantenuto una promessa fatta gli elettori, non facile da realizzare, visto il cattivo momento che attraversa l’economia angolana, e la diminuzione delle risorse dello stato.
Il parlamento ha calcolato che l’aumento del budget sociale permetterà l’assunzione di 20.000 nuovi insegnanti, a tutti i livelli, di 1.500 medici, e di più di 2.000 infermieri.
Le memorie del cardinale do Nascimento
“O meu Diário” è il titolo del libro di memorie del Cardinale emerito Alexandre do Nascimento, presentato ieri al pubblico nell’Università Cattolica di Luanda. È un libro poderoso di 749 pagine, con la prefazione dell’ex Nunzio di Angola, Mons. Novatus Rogambwa.
Il Card. do Nascimento compirà quest’anno 93 anni, e la sua memoria è ancora lucida. Nelle pagine del suo diario che ha voluto rendere pubbliche, si sofferma lungamente sui terribili anni della guerra di liberazione dal Portogallo, e sui primi tormentati anni dell’indipendenza angolana.
Dalle sue memorie emergono particolari inediti su certi episodi. Non solo il racconto del suo rapimento operato nel 1982 dai mercenari sudafricani, alleati dell’Unita, e della sua detenzione. Ma anche i suoi ricordi e le sue osservazioni sull’impatto che ebbe l’inizio della “luta armada” il 4 febbraio 1961, l’inizio della guerra anticoloniale.
Scrive al giorno 5 febbraio 1961: “Questa mattina presto mi sono svegliato sotto un intenso frastuono di bombe, mortai, mitragliatori, qui vicino al seminario. Oggi sono stati sepolti “ufficialmente” sette agenti portoghesi. Ma sospetto che ci siano molte più vittime tra gli angolani assaltanti. Nella messa che ho celebrato alle 5.30 nella chiesa di Nazaré ho parlato dei principi che ci devono guidare in queste emergenze: le virtù soprannaturali di fede, speranza, carità devono orientarci.”
Il 22 di marzo 1961 il cardinale annota che il Canonico Manuel das Neves, prete e patriota, fu portato via dalla PIDE, la Polizia politica del regime salazarista, “mentre stava preparandosi a portare il viatico a un ammalato”.
Il 1° di aprile scrive che il suo vescovo di Luanda gli ha rivelato che ha saputo dal governatore generale che la PIDE lo sta cercando per metterlo in prigione. L’alternativa è di partire immediatamente per il Portogallo, cioè in esilio, residenza vigilata, obbligo di presentarsi regolarmente alla PIDE. Ma lui rifiuta e pochi giorni dopo è arrestato insieme ad altri 3 preti. E scrive: “Sento che sarà il destino di molti di noi preti angolani”.
Il 29 di maggio 1961 registra una delle pagine più tristi e sconsolate: “Il padre Muaca mi ha informato per lettera che il nostro ex-seminarista Estêvão è stato ucciso vilmente. Con questo assassinio hanno raggiunto il limite. Mi pare impossibile che non dovranno pagare caro a Dio la morte di questo giusto. Povero Estêvão, anzi caro e felice Estêvão! Prega per noi e che il Signore affretti l’ora dell’Angola”.
a cura di p. Marco Prada
Foto: wikimedia, Radio Ecclesia, Banco Nacional de Angola