Anselmo Fabiano ci invia la sua prima lettera dall’Egitto. Si trova nella casa SMA a Il Cairo. Tante le emozioni e le novità in questo cammino di fede e di missione.

Eccomi con questa prima lettera dall’Egitto e più precisamente dal quartiere di Shoubra a Il Cairo. Ormai sono già passati alcuni giorni dalla partenza dall’aeroporto di Milano e pian piano mi sto inserendo in questo nuovo mondo. Sto muovendo i primi passi alla scoperta di questa nuova realtà missionaria.

Le novità da condividere con voi sono tantissime, cercherò di cogliere l’essenziale.

Innanzitutto, sono stato accolto fraternamente nella casa SMA, dai padri Peter dalla Nigeria, Cyriac dalla Costa d’Avorio e Matthias dal Togo.

Qui condivido la vita quotidiana anche con altri due seminaristi, Florindo dell’Angola e Patrick della Nigeria.

Pian piano sto entrando in punta di piedi in questo nuovo mondo che racchiude una ricchezza umana, culturale e spirituale straordinaria.

Prima di tutto, è un paese arabo con una forte presenza musulmana: 5 volte al giorno risuona nell’aria il canto del muezzin che invita alla preghiera e alla relazione con Dio. Mi affascina poter fermarmi un attimo dalle mie attività per condividere un momento di silenzio con questi fratelli in preghiera.

Parlando della città: Il Cairo è una megalopoli sconfinata, un formicaio sempre indaffarato e insonne. Infatti, a qualsiasi ora del giorno o della notte, puoi attraversare la città e trovarla sempre immersa in mille attività. Qui non si dorme mai, è un continuo di clacson, traffico, gente che va e che viene. Moto-taxi ogni dove (qui si chiamano tuk-tuk). Gli autobus sono senza porte e non si fermano nemmeno per far salire i passeggeri. Il bus rallenta e il bigliettaio allunga un braccio ed è divertente vedere le persone salire al volo.

I palazzoni enormi, color giallo/marrone, sono accatastati uno sull’altro e ti impediscono quasi di vedere il cielo.

L’atmosfera frenetica e caotica della città contrasta con il silenzio che si respira entrando nella nostra cattedrale. 

È incredibile poter pregare con la piccolissima comunità cristiana rimasta in una chiesa così grande, dove una volta accorrevano numerosi fedeli. Qui al Cairo infatti i cattolici sono ormai pochissimi: pensate che in tutta la città c’è un solo prete diocesano. La maggioranza dei cristiani sono ortodossi copti.

Per ora la nostra vita quotidiana è soprattutto alla scoperta di questo mondo così ricco e così diverso. La prima sfida è la lingua araba che pian piano sta entrando nelle mie orecchie e con un po’ di ingegno comincio a pronunciare alcune parole e qualche piccola frase.

Per ora la gente che incontro, in particolare i bambini e gli anziani che parlano un po’ di francese, sono i miei professori d’Arabo. Tra un caffè e una risata sono loro i maestri della quotidianità.

Tra qualche giorno inizierò la scuola vera e propria dai padri comboniani a Zamalek , confidando oltre che nell’impegno e nello studio personale, anche nel soffio dello Spirito Santo.

Abbiamo iniziato il nostro servizio di carità insieme alle suore di Madre Teresa di Calcutta in un centro per persone anziane e disabili. Aiutiamo le suore nei piccoli e umili servizi della casa, ci dedichiamo ai bambini e il linguaggio del gioco fa superare ogni barriera linguistica. Con la nostra semplice presenza cerchiamo di entrare in relazione con le persone che incontriamo nelle attività di vita quotidiana ed è sicuramente un inizio molto interessante.

Il cammino appare ricco e colmo di nuove opportunità dove mettermi al servizio e annunciare la presenza di Dio nella quotidianità.

So che anche da lontano mi accompagnate sempre con il ricordo e la preghiera che sostiene e illumina il mio e il nostro cammino e vi ringrazio di vero cuore.

Un caro saluto a tutti!

Anselmo Fabiano

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