Bernard Nanga (1934- 1985) è stato un professore universitario, scrittore e poeta camerunese.
Rimasto molto presto orfano del padre, nel 1940, viene cresciuto con i suoi tre fratelli dalla madre. Frequenta le scuole missionarie di Mbakomo fino ai quindici anni, per poi spostarsi nel seminario benedettino vicino a Yaoundé, la capitale del Camerun.
La sua diligenza e la sua esemplarità fecero pensare ai suoi insegnanti un futuro da monaco e pochi anni dopo viene ordinato sacerdote. Tuttavia, poco dopo la sua ordinazione, rinuncia al sacerdozio a causa di opinioni contrastanti. Si sposa, ha cinque figli e continua i suoi studi.
Nel 1962, Bernard lascia il Camerun per la Francia dove prosegue gli studi di filosofia e sociologia presso l’Università di Strasburgo. Tornato in Camerun, è prima insegnante in diverse scuole superiori, poi lavora come dirigente in un’azienda privata a Douala. Nel 1975 viene assunto all’Università di Yaoundé come professore di filosofia. Accanto a queste attività accademiche si dedica alla stesura di un’altra tesi di dottorato sull’Empirismo logico e l’unità della scienza; la stesura della sua tesi dura fino al 1985, anno della sua morte improvvisa.
È autore di un’opera teatrale Lunga vita alla tribù, pubblicata a Douala nel 1975, dei Poèmes sans frontièresm (Éditions Clés) e dei romanzi Les chauves-souris (Présence africaines, 1980) e La trahison de Marianne (Les nouvelles éditions africaines, 1984), con i quali ha vinto rispettivamente il Gran Premio Letterario dell’Africa Nera nel 1981 e il Premio Noma nel 1985, ricevuto postumo (Bernard Nanga muore infatti improvvisamente poco prima che la giuria annunci il nome del vincitore).
Dal suo primo romanzo Les chauves-souris è tratto I pipistrelli (in Africana, viaggio nella storia letteraria del continente a cura di Chiara Piaggio e Igiaba Scego, Feltrinelli, 2024, pp. 98-103).
In questo romanzo, Bernard Nanga critica l’istituzione del partito unico, denuncia la sete di potere delle élite africane, la cattiva gestione, la corruzione e altri mali sociali.
Il romanzo fu censurato l’anno in cui fu pubblicato in Camerun e rimesso in vendita qualche anno dopo.
L’azione si svolge nella piccola cittadina di Eborzel e nel villaggio di Vémelé da qualche parte in Africa, all’indomani dell’indipendenza. Al centro dell’opera, una costellazione di temi, un intreccio di simboli: il cinico egoismo delle élite africane, gaudenti e corrotte, di cui Robert Bilanga, protagonista principale della storia, riflette il potere ma allo stesso tempo la fragilità; la spietata denuncia del destino riservato alle donne, che potrebbe riassumersi in un’alternativa: sottomissione come personifica Clotilde Bilanga, o prostituzione come la sostengono Arlette e Marie; l’ascesa di nuove generazioni di africani di cui il giovane Roger Bilanga incarna perfettamente le esigenze morali e i sogni di libertà: lo scoppio di rivolta di un popolo, quello di Vémelé, che ne ha abbastanza e si difende – bellissimi discorsi politici che non cambiano nulla sulla sua miseria, sulla sua condizione.
Il suo secondo romanzo, La trahison de Marianne, pubblicato in Senegal a Dakar, ebbe un grandissimo successo.
Qui Bernard Nanga, attraverso la storia di uno studente, denuncia il razzismo esistente in Francia e l’ipocrisia del colonialismo francese. La Marianne del titolo è la Francia.
Nel 2012, in Francia, in omaggio allo scrittore, è stato creato l’Istituto Bernard Nanga, diretto da Judith Nanga M.
a cura di Maria Ludovica Piombino,
Biblioteca africana Borghero