Buchi Emecheta, scrittrice nigeriana di cultura Ibo, ha tracciato con i suoi romanzi e la sua vita, un solco profondo. Non è un caso che Chimamanda Ngozi Adichie, la più letta e famosa tra le giovani scrittrici africane contemporanee, anche lei Nigeriana e Ibo, la consideri un modello e una pioniera.
La prima donna scrittrice a rendersi indipendente, ad affermarsi e a vivere del suo lavoro. Nata a Lagos nel 1944 da una famiglia umile riesce, grazie alla sua determinazione e bravura, ad ottenere una borsa di studio per frequentare un’ottima scuola a Yaba.
Qui conosce il suo futuro marito che la porterà a vivere in Inghilterra, a Londra. Siamo negli anni ’60, periodo di importanti cambiamenti culturali, di lotte e rivendicazioni sociali. Per l’Africa, l’inizio delle Indipendenze coloniali.
A Londra inizia la sua vita di scrittrice, lavora anche per la BBC e nel 1970 si laurea in Sociologia. Diventa madre di più figli. Inizia a contattare diverse case editrici, ostacolata dal marito che in più occasioni brucia i suoi manoscritti. È donna e nera, ha contro di sé i pregiudizi maschilisti e “razziali”. Riesce con caparbietà a non darsi per vinta. Lavora, mantiene i suoi figli, scrive.
Da 1974 inizia a pubblicare diversi romanzi. Cittadina di seconda classe (Giunti, 2006) è il suo romanzo più conosciuto. Una autobiografia coinvolgente. Le difficoltà, i giorni bui, il suo riscatto sociale, Protagonista è Ada, il suo alter ego. L’ambientazione è Londra, apparentemente tollerante e aperta. Apparentemente: come non pensare alla poesia Conversazione telefonica di Wole Soyinka, anche lui nigeriano e premio Nobel nel 1986?
La Londra descritta da Buchi/Ada è quella delle periferie del nord della città, povera, diffidente, razzista, interclassista. Ada trova lavoro come bibliotecaria, rimane legata alla sua cultura di origine, cerca di conciliare le sue aspirazioni professionali e identitarie con la maternità, mai contestata e fortemente voluta.
L’istruzione ricevuta da Buchi/Ada segna lo scarto con chi è immigrato come lei, le dà la possibilità di autoaffermazione, di rivincita personale. Anche senza dover essere legata ad un marito che non accetta la sua indipendenza e libertà.
Buchi Emecheta muore all’età di 72 anni nel 2017. In italiano sono stati tradotti soltanto alcuni dei suoi numerosi lavori : La scomparsa della scimmia (Africa ‘70, 1995), libro per ragazzi, e Gwendolen (Arnoldo Mondadori, 1996).
Il suo romanzo sulla guerra del Biafra, Destination Biafra, del 1982, non tradotto in italiano, è stato di ispirazione per Metà di un sole giallo, il romanzo di esordio e pluripremiato di Chimamanda Ngozi Adichie.
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Maria Ludovica Piombino, Biblioteca Africana Borghero
Foto: lindaikejisblog.com; wasafiti.org, bbc news