Chibundu Onuzo è nata in Nigeria nel 1991 e attualmente studia storia al Kings College di Londra. Quando non scrive, Chibundu suona il piano o canta.
Il suo primo romanzo, La figlia del Re Ragno – tradotto da Fandango Libri nel 2019- lo ha scritto a soli 21 anni, ed è stato acclamato in Inghilterra come l’esordio di una nuova grande scrittrice.
Ha vinto il Betty Trask Award, ed è stato finalista al Dylan Thomas Prize e al Commonwealth Book Prize.
È una storia d’amore e di pregiudizi, una tragedia classica di sentimenti e vendetta, uno spaccato della società nigeriana raccontata da due punti di vista differenti, dai diversi punti di vista dei due protagonisti :
Abike Johnson ha 17 anni ed è la figlia prediletta di un importante uomo di affari nigeriano, vive in una grande villa a Lagos, protetta da guardie armate e accompagnata dappertutto con un’enorme jeep nera. Ma essere la figlia prediletta di suo padre implica compiti scomodi, e spesso Abike è sola oltre le impenetrabili mura della sua casa.
Lontanissimo dalla villa di Abike, nei bassifondi della città, nel famigerato distretto Mile 12, vive un venditore ambulante di 18 anni, Runner G, che lotta per dare un senso alla propria vita. Un tempo studiava, aveva una casa, un giardino, degli amici, ma la sua famiglia ha perso tutto dopo la morte del padre, una morte improvvisa, e ora il ragazzo corre dietro alle automobili per vendere caramelle e gelati, cercando di guadagnare abbastanza da mantenere sua madre e sua sorella.
Quando, un giorno, Abike compra un gelato da lui, i due cominciano a parlare e, a ogni sosta di Abike a quell’incrocio, tessono una storia d’amore improbabile e incerta, sfidando i pregiudizi della società nigeriana. Man mano che i ragazzi si avvicinano, però, le rivelazioni del passato minacciano la loro relazione, e sia Abike che Runner G dovranno decidere quali sentimenti seguire e a chi essere leali.
Il secondo romanzo di Chibundu, Benvenuti a Lagos, è stato pubblicato sempre per Fandango Libri nel 2021.
Inizia sul Delta del Niger, in un contesto dominato dalla violenza dell’esercito sugli abitanti dei villaggi. Quindi svolta rapidamente portandoci nel ventre di Lagos, città straordinaria e feroce. Qui, un quintetto composito e casuale, partito dal Delta senza denaro o indirizzi utili, prova a reinventarsi. Lo formano Chike, ufficiale stanco di massacri insensati, che sceglie la diserzione con il subalterno Yemy; Fineboy, spaesato ribelle con il sogno di fare il dj; Isoken, giovanissima scampata a un tentativo di stupro da parte di Fineboy e compagni; Oma, agiata casalinga che vuole lasciarsi alle spalle un marito violento. Le loro strade s’intersecano con quella di un ministro in fuga con una borsa piena di dollari. Che farne? Il gruppo deciderà di usarli per edificare un’utopica Città del Sole.
Chibundu Onuzo intitola ironicamente il romanzo Benvenuti a Lagos, perché Lagos, a differenza della maggior parte delle altre città, non ha un cartello di benvenuto.
Più che a una città infatti si ha accesso a un mondo, vero e proprio microcosmo dove duemila anime, ogni giorno, si riversano dalle campagne per realizzare i propri sogni.
Chibundu Onuzo è co-autrice e co-produttrice del cortometraggio Dolapo is fine, vincitore nel 2020 della 15° edizione del Film Festival di Bergamo.
È una riflessione flash sulla crisi d’identità di una giovane ragazza nera, con i suoi capelli e il suo nome afro (Dolapo va bene), alla ricerca del suo posto nella società e nella vita.
A cura di Maria Ludovica Piombino
Biblioteca africana Borghero