Chigozie Obioma è nato nel 1986 ad Akure, nel sud ovest della Nigeria, da una famiglia di cultura igbo ed è cresciuto parlando le lingue igbo, yoruba e inglese.
Ha continuato i suoi studi a Cipro, rimanendo fin da ragazzo affascinato dalla mitologia greca e dagli autori classici inglesi.
Tra gli scrittori africani è stato influenzato in particolare dai romanzi dei nigeriani Wole Soyinka, Chinua Achebe e Amos Tutuola.
Ha completato i suoi studi in scrittura creativa negli Stati Uniti, dove oggi insegna letteratura inglese all’Università del Nebraska.
Nel 2015 è stato finalista al Man Booker Prize con il suo primo romanzo, I pescatori (Bompiani, 2016), venduto in ventisette Paesi e da cui è stato tratto uno spettacolo teatrale a Londra nel West End.
Un’orchestra di piccole voci (Giunti/Bompiani, 2021) il suo secondo romanzo, è arrivato in finale al Man Booker Prize nel 2019 ed è in corso di traduzione in venti Paesi.
Autore immaginifico, è fortemente influenzato dalla classicità e dalla ricchissima mitologia yoruba e igbo, due delle etnie principali della Nigeria.
Ne I pescatori – un romanzo di formazione sospeso tra il mito e l’epica – siamo in Nigeria, 1996. Protagonisti, quattro fratelli maschi, in scala, dai quindici ai nove anni.
Il fato, la famiglia e l’infanzia che se ne va sono i temi di questo romanzo di esordio.
“Quello che voglio da voi – è la voce di Padre – è che siate pescatori di sogni buoni, che non si arrenderanno finché non avranno catturato la preda più grossa. Voglio che voi siate dei Titani, dei pescatori minacciosi e irrefrenabili. Ragazzi che affonderanno le mani nei fiumi, nei mari, negli oceani di questa vita e avranno successo. Questi sono i pescatori che voglio avere come figli ”.
In Un’orchestra di piccole voci, la vicenda è narrata dal chi, lo spirito guardiano di Nonso, in conversazione con la coorte di divinità alte e basse che affollano l’Olimpo Igbo, “Nigeria, anni 2000”.
Nonso salva Ndali, una giovane donna che sta per gettarsi da un ponte, e lo fa lanciando in acqua due dei suoi preziosissimi polli per dimostrarle il rischio che corre. Uniti dal dramma di quella notte, i due si innamorano; lei però è di famiglia ricca mentre lui è un modesto allevatore, ignorante, per di più.
Per poter ambire alla sua mano vende tutto quello che ha allo scopo di pagarsi gli studi a Cipro, e affida il suo denaro a un conoscente che si premura di fare da intermediario.
Si tratta di una truffa: una volta a Cipro, il buon Nonso trova “l’Africa in Europa”, vede svaporare la speranza di studiare, viene scambiato per Ronaldinho e si infila in una sequenza di guai che lo condurranno verso la violenza.
Di Chigozie Obioma, Salman Rushdie ha detto: “Intreccia con maestria il mondo dell’uomo con quello degli spiriti”.
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A cura di Maria Ludovica Piombino
Biblioteca Africana Borghero
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