Il CLC, “Comitato laico di coordinamento”, un’associazione dei laici cattolici del Congo, aveva organizzato delle marce pacifiche di protesta il 31 dicembre 2017 e il 21 gennaio di quest’anno. I manifestanti chiedevano al governo e al presidente Joseph Kabila di applicare i cosiddetti accordi di San Silvestro, firmati da governo e opposizione un anno fa, che prevedevano un governo di unità nazionale che portasse a nuove elezioni presidenziali, alle quali Kabila, al potere da quasi 20 anni, avrebbe dovuto rinunciare.

Il governo ha represso con la violenza queste manifestazioni, come abbiamo già raccontato.

Alla fine si sono contati 15 morti, tra cui Thérèse Kapangala, un’aspirante suora di 24 anni, uccisa il 21 gennaio da una pallottola della polizia nei locali della sua parrocchia di Saint-François de Sales a Kintambo, un quartiere a nord-ovest di Kinshasa, dove si era rifugiata per fuggire alle forze dell’ordine che stavano disperdendo la marcia.

Finalmente, dopo molte tergiversazioni, le autorità hanno concesso che la famiglia recuperasse il corpo, e Thérèse sarà sepolta con solenni funerali oggi 9 febbraio.

Questo venerdì sarà un giorno critico, perché quasi alla stessa ora nella cattedrale d Kinshasa il card. Laurent Monsengwo Pasinya presiederà una messa chiesta dal CLC per rendere omaggio alle vittime della repressione poliziesca.

Il sito africa.la-croix.com ha contattato alcuni preti congolesi per raccogliere i loro timori, nel clima di persecuzione che vive la chiesa cattolica del Congo in questi mesi.

Sabato 3 febbraio il p. Sébastien Yebo, parroco di Saint-Robert nella periferia Est di Kinshasa, era stato prelevato dalla polizia politica e portato in un luogo segreto.

Dopo 24 ore è stato rilasciato, e ha rivelato ai giornalisti che gli sarebbe stato rinfacciato di essere uno dei finanziatori di Kamwina Nsapu, una milizia ribelle che opera nella Provincia del Kasai, a est del paese.

Un altro prete, Joseph Bema della parrocchia di Saint-Kisito, dice di avere paura, perché delle persone che non vogliono dare i loro connotati vengono in parrocchia chiedendo di lui.

Il p. Joseph Musubao, diocesano di Kinshasa, e insegnante al seminario maggiore di Kintambo dice di essere sfuggito per poco a un rapimento. È lo zio di Thérèse Kapangala, l’aspirante suora uccisa dalla polizia, ed erano insieme a marciare il 21 gennaio, dopo che lui, sfidando il divieto delle autorità, aveva celebrato la messa nella chiesa di Saint-François de Sales di Kintambo.

Il p. Placide Okalema era anche lui nelle strade quello stesso giorno, e da allora riceve delle minacce anonime per telefono, o da sconosciuti che gli gridano insulti per strada o in chiesa: “Le autorità vorrebbero che noi preti restassimo in silenzio, e siccome abbiamo il coraggio di parlare e denunciare, veniamo minacciati, e siamo costretti a vivere in questo clima di insicurezza”.

Non sono esenti neppure le suore dalle minacce delle forze di sicurezza: poliziotti in borghese si sono introdotti di nascosto in parecchie case religiose, alla ricerca dei responsabili laici del CLC, colpiti da un mandato di arresto. Le suore di San Giuseppe del quartiere di Limete dicono di essere state “attaccate e molestate” il 30 gennaio scorso dalla polizia che è entrata con la forza nel loro convento. Persino la sede dell’Unione delle Superiori Maggiori il 3 febbraio è stata circondata da poliziotti armati, sempre nello stesso intento di cercare e arrestare i dirigenti del CLC.

Anche un pastore protestante della Chiesa di Cristo in Congo, il rev. François David Ekofo ha dovuto fuggire in tutta fretta il paese, dopo essere stato avvisato che la polizia politica era sulle sue tracce. Due settimane fa, durante un sermone, aveva chiesto pubblicamente a Kabila di abbandonare il potere e di passare il testimone a un’altra persona.

Leggi sul quotidino congolese Le Potentiel la notizia della Messa in cattedrale per le vittime della repressione.

Aggiornamenti al 9 febbraio, ore 15: da un dispaccio di RFI, apprendiamo che la messa in memoria delle vittime della repressione si è svolta senza incidenti. La cattedrale era gremita. Il Card. Monsengwo ha presieduto, attorniato da altri vescovi, e dall’incaricato di affari della Nunziatura. Il portavoce del CLC, Thierry Nlandu, era seduto in prima fila.

Davanti all’altare, su un lenzuolo bianco, erano esposte le foto di cinque delle vittime (foto qui sotto). L’omelia era affidata al p. Luyeye, parroco di N. S. della Sapienza, la parrocchia del campus universitario di Kinshasa. Noi abbiamo il dovere di costruire un Congo nuovo, in cui l’uomo giusto starà nel posto giusto”. Quelli che hanno sparato sui manifestanti “hanno sparato sui nostri propri figli, uccidendo persino una giovane che stava per abbracciare la vita religiosa”.

Nello stesso tono, Thierry Nlandu intervento alla fine della cerimonia, ha invitato gli uomini in uniforme a lasciarsi interpellare dalla propria coscienza.

Foto: DIACENCO