Da aprile, alla SMA di Genova, grazie al sogno di Sara e all’appoggio dei Padri si è realizzato un bellissimo progetto di apicoltura che valorizza e che si prende cura delle bellezze della natura. 

Mi presento…sono una scout di lungo corso, mamma di un bimbo di 5 anni, appassionata naturalista fai da te. Amo la montagna, i boschi, le radure, mi trovo in sintonia con ogni animale che vedo, anche il più piccolo o il più brutto e osservo tutto questo con grande ammirazione e curiosità, lodando Dio per la sua opera magnificente, pregandolo ogni sera che ci aiuti a preservarlo dalle nostre terribili mani di uomini ingrati. Da anni tenevo in serbo per “il momento giusto” un sogno: quello di allevare le api. Poi quest’inverno la svolta…

Sara col marito e il figlio, piccolo apicoltore in erba

Ma andiamo con ordine… Alpa miele, l’associazione di cui faccio parte, mi ha accolto in maniera rude ma sincera facendomi scoprire la sottile arte dell’apicoltura, permettendomi di conoscere persone generose, appassionate, che sanno veramente tanto e che si spendono per promuovere un’attività a forte rischio di estinzione e che si spezzano letteralmente la schiena per fare un lavoro tostissimo da uomini e donne rudi ma sinceri.

Quando ho finito il corso base mi sono trovata al crocevia che interpella tutti i neofiti: se buttare il cuore oltre l’ostacolo o nicchiare come spesso accade quando una cosa ti piace ma…”è un po’ troppo per te”…

Poi quattro chiacchiere con un caro amico (Gianluca), fatte davvero per caso, hanno cambiato le sorti di questa storia, trasformando il mio piccolo sogno nel cassetto in un sogno generativo e condiviso.

E qui entrano in scena la SMA, padre Filippo, Vito e gli altri. Se dovessi scegliere tre parole per descrivere questo momento direi: provvidenza, accoglienza, umiltà… ce ne sarebbero tante altre ma queste le preferisco. E così si è partiti con poche certezze, ma tanta voglia di osare.

Oggi a distanza di 5 mesi dall’inizio di questa avventura, 2 alveari e circa 20 kg di miele prodotti, posso dire che le “ragazze” – come le chiamavamo durante il corso in maniera confidenziale – sono davvero degli esseri straordinari: sono potenti ma piccole, fragili ma inesorabili, severe perché pungono e fanno tanto male specie se sei imprudente e disattento ma generose e instancabili, buffe quando planano cariche di bottino con le loro zampette piene di polline.

Prendermi cura di loro mi rende fiera perché lo ritengo un privilegio, perché vedo tutto questo come una chiamata, un sogno che è una chiamata, a fare la mia piccola parte nella cura del creato.

La cosa che mi ha stupito di più di tutta la faccenda è che dall’aver condiviso un piccolo sogno nel cassetto, sono nate tante cose.

Ho preso nuova coscienza delle mie capacità, ho capito che non sono sola in questa cosa, perché accanto a me c’è mio figlio, piccolo apicoltore in erba, gioioso nel raccogliere la cera e affumicare di qua e di là; c’è mio padre, che è un entomologo di passione e che sebbene sbuffi sempre quando lo coinvolgo in qualcosa non mi fa mai mancare il suo supporto; c’è mio marito che mi sopporta nei miei voli pindarici e mi aiuta nelle cose di fatica come smielare 20 kg di miele per la prima volta da neofiti (non avete idea della fatica); ci sono i padri sempre curiosi di conoscere e osservare anche da vicino. Ho capito, infine, che un sogno ripiegato su se stesso porta poco frutto ma quando si apre al di fuori entra a far parte di qualcosa di più grande e diventa dono, incontro.

Le stesse api ce lo insegnano, loro che testimoniano nella Bibbia la fedeltà di Dio alla sua promessa “di una terra ricca di latte e miele”, sono l’esempio perfetto di una piccola Chiesa: nel loro lavoro instancabile e organizzato, nel valorizzare i carismi, nella condivisione, nella piccolezza piena di fecondità.

Allora ringrazio coloro che hanno reso possibile tutto questo e ringrazio le mie ragazze che si sbattono come pochi e che mi permettono, pazienti, di prendermi cura di loro, ricordandomi il patto, la fedeltà…la cura.

Sara Lo Pinto